Modulo Adv senza contenuti
{ "slot": "Top" }
1091 quesiti trovati
Redditi di lavoro autonomo
Un'impresa paga una fattura di un professionista il 29 dicembre 2023 e opera la ritenuta, che versa il 16 gennaio 2024. Il bonifico arriva al professionista il 2 gennaio 2024. In quale anno il professionista deve dichiarare il compenso? Se lo deve dichiarare nel 2024, come ci si deve comportare rispetto alla ritenuta operata nel dicembre 2023?
Un venditore a domicilio nel 2023 ha fatturato per un importo superiore al limite di 85mila euro. Nel 2024 vorrebbe cambiare attività e adottare il regime forfettario. Il fatto di essere venditore a domicilio gli consente di accedere al forfait nonostante il superamento del limite?
Il 31 dicembre 2023 ho cessato il lavoro di dipendente pubblico, in seguito a dimissioni volontarie per l'avvenuto raggiungimento del limite di anzianità contributiva. Il reddito imponibile riferito al 2023 è superiore al limite di 30mila euro previsto per l'applicazione del regime forfettario. Dal 1° gennaio 2024 sono in pensione, con un reddito imponibile lordo che dovrebbe essere superiore a 30mila euro. Dall'8 febbraio 2024 risulto iscritto all'albo degli avvocati. Considerato che il rapporto di lavoro è cessato il 31 dicembre 2023 e che, nel corso del medesimo anno, non è stato percepito il reddito di pensione, dovrei applicare, per l'attività professionale intrapresa e per il solo anno 2024, il regime forfettario agevolato. Vorrei sapere se tale interpretazione è corretta.
Un infermiere, libero professionista in regime forfettario, presta la propria attività in uno studio di pediatri. Dal 2024, egli emette fattura elettronica nei confronti di tre pediatri, concordando il pagamento bimestrale delle sue prestazioni. L'infermiere emette, in data 1° febbraio 2024, la fattura elettronica, con codice TD01, indicando nella descrizione «Prestazioni infermieristiche per i mesi di dicembre 2023 e gennaio 2024». La fattura viene incassata entro il 15 febbraio 2024. Si chiede: - se l'emissione della fattura è da ritenere corretta, considerando che le prestazioni di servizi vanno fatturate entro il dodicesimo giorno dal pagamento del corrispettivo (che, nel caso indicato, viene posticipato rispetto alla data della fattura); - se il codice da indicare è effettivamente TD01, oppure se è TD06; - se l'infermiere dovrà procedere con il calcolo del ravvedimento per tardiva emissione della fattura, in relazione alle prestazioni effettuate nel mese di dicembre.
Un ingegnere conduce in affitto un ufficio e ne concede una parte a una Srl, che si giova anche di alcune attrezzature e dei servizi del personale. Si chiede se è più corretto stipulare, tra l'ingegnere e la Srl, un contratto di sublocazione o se è sufficiente emettere una fattura per il riaddebito dei costi di utilizzo degli spazi (come si fa normalmente tra professionisti che dividono lo studio). Inoltre, in caso di riaddebito dei costi di attrezzature e personale, è giusto emettere la fattura senza contributo per la cassa previdenziale e ritenuta?
Un contribuente ha aperto a gennaio 2024 la partita Iva (codice Ateco 96.09.09) in regime forfettario, per svolgere l'attività di psicomotricista, iscritto alla gestione separata Inps. Lo stesso soggetto, da febbraio 2024, svolge la medesima attività presso una associazione sportiva dilettantistica (Asd), inquadrato come collaboratore coordinato e continuativo (con scadenza del contratto il 31 luglio 2024). Nel 2023, egli aveva svolto la medesima attività, per la stessa Asd, ma percependo compensi sportivi esenti (redditi diversi entro l'importo di 10mila euro). Tale contribuente, in regime forfettario, può svolgere la sua attività, fatturando non prevalentemente all'Asd, e applicare un'imposta sostitutiva al 5 per cento, visto che la sottoscrizione del contratto co.co.co è successiva all'apertura della partita Iva, e considerando anche che la durata del medesimo contratto è inferiore alla metà del triennio antecedente all'inizio dell'attività con partita Iva?
Un docente, dipendente a tempo pieno in una scuola pubblica ha aderito al fondo Espero. Tale soggetto è titolare di partita Iva, con la quale svolge la libera professione in regime forfettario. L'adesione al fondo Espero determina una riduzione dell'imponibile su cui calcolare il limite dei 30mila euro (casella 1 della Cu, certificazione unica). Quindi, è corretto che il docente continui a operare con il regime forfettario, considerando che il suo reddito, in virtù delle deduzioni, è inferiore a 30mila euro?
Un professionista iscritto ad albo svolge la propria attività individualmente, con propria partita Iva, presso la propria abitazione e in modo associato, in quanto socio di studio associato, presso un immobile locato dallo studio nello stesso Comune. L'articolo 54, comma 2, del Tuir (Dpr 917/1986), afferma che, se il professionista non dispone di altro ufficio adibito esclusivamente all'esercizio di arte o professione nel medesimo Comune in cui risiede, può dedurre il 50% delle spese di impiego degli immobili adibiti a uso promiscuo. Nel caso in questione, il professionista può dedurre al 50% le spese dell'immobile abitativo usato promiscuamente per l'attività svolta con propria partita Iva oppure non può, visto che con lo studio associato ha un ufficio adibito all'esercizio della professione seppur in forma associata?
Nel 2023, un soggetto ha aperto la partita Iva come professionista forfettario. Ad aprile dello stesso anno, ha cessato il rapporto di lavoro dipendente, percependo un reddito complessivo di 22mila euro, comprensivo di ottomila euro di incentivo all'esodo. Avendo percepito la Naspi (nuova assicurazione sociale per l'impiego) anticipata nel 2023 per un importo di circa 22mila euro, questo soggetto può applicare il regime forfettario per l'anno 2024, considerando che la somma dei due redditi citati è superiore a 30mila euro?
Un libero professionista in contabilità ordinaria vuole acquisire l'autovettura, che ha acquistato come privato, come bene strumentale da utilizzare per l'attività. Per detrarre gli ammortamenti e le relative spese basta una ricevuta fuori campo Iva da privato a libero professionista con partita Iva?
Di frequente, nell'esercizio delle attività professionali, il professionista ottiene il deposito di una somma, comprensiva sia degli onorari che delle spese anticipate in nome e per conto del cliente. L'articolo 3 del Dm Finanze 31 ottobre 1974 dà la possibilità - agli esercenti la professione notarile e quella forense, nonché quella di commercialista - di emettere la fattura entro sessanta giorni dalla data di costituzione del deposito, quando questo sia composto indistintamente da somme aventi natura di corrispettivo e da somme percepite a titolo di spese. Si chiede se, in questi casi, la ritenuta d'acconto dovrà essere effettuata dal sostituto, prendendo come riferimento la data di costituzione del fondo spese, o se dovrà rilevare la ritenuta operata con riferimento alla fattura emessa con data successiva.
Un consulente finanziario autonomo (Cfa) in regime forfettario, sottoposto ai vincoli degli articoli 1, commi 2 e 5, e 18-bis, nonché dell'allegato I sez. C per la definizione di "strumento Finanziario" del Testo Unico della Finanza (Dlgs 58/1998), ha come cliente una Srl alla quale fattura regolarmente le sue competenze. Lo stesso consulente ha ricevuto una proposta, da parte della stessa società a cui fattura, di entrare a far parte del suo Consiglio di amministrazione, percependo un determinato compenso. Con tale incarico, l'attività svolta come consigliere non si sovrappone con quella del Cfa in quanto andrebbe a compiere attività che non sono tassativamente previste dalle norme citate. Può il contribuente continuare a fatturare alla società le sue competenze da Cfa sempre in regime forfettario e contemporaneamente svolgere l'attività di consigliere del Cda con compenso?
Smart24 Lavoro
Smart24 Superbonus
Modulo24 Famiglia
Modulo24 Società
Modulo24 Accertamento e Riscossione
Smart24 Fisco