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76 quesiti trovati
Appalti pubblici
Ho ricevuto un ordine da una scuola statale per fornitura di materiali. Ho consegnato il materiale con vari documenti di trasporto parziali, completando la fornitura entro tre mesi. Ho emesso fatture elettroniche parziali a fine mese per i vari Ddt consegnati (per ogni fattura inviata erano richiamanti i Ddt del mese di competenza). La scuola ha rifiutato le fatture, motivando che devo fare una sola fattura relativa alla fornitura completa come da ordine. Come devo comportarmi? La normativa prevede di inviare la fattura differita a fine mese raggruppando i Ddt del mese di competenza o al massimo entro 15 giorni del mese successivo.
Per l'emissione della fattura relativa a un Sal speciale (adeguamento prezzi), bisogna per forza attendere l'esito della domanda per l'accesso al Fondo del ministero delle Infrastrutture e dei trasporti (Mit)? Nel caso in questione, l'appaltatore sta emettendo la fattura e il responsabile unico del procedimento (Rup) la rifiuta per mancanza dell'impegno di spesa. L'appaltatore sostiene che la fattura va emessa con data emissione Sal e la sua esigibilità diventa efficace al momento dell'esito della richiesta suddetta e che, qualora essa venisse rifiutata, la stazione appaltante sarebbe tenuta a pagare con fondi propri. Il Rup sostiene invece che, in attesa del Mit, la fattura non va emessa, ma - qualora ci fosse il rifiuto da parte dello stesso ministero - non riconoscerebbe il maggiore onere da sostenere.
Con il nuovo Codice dei contratti, Dlgs 36/2023, rimane valida la possibilità di quanto disposto dall’articolo 1, comma 450, della legge 296/2006 (Finanziaria 2007), così come modificato dal Dl 52/2012, convertito in legge 94/2012, e come integrato e modificato dalla legge 145/2018 (di Bilancio per il 2019), che consente alle pubbliche amministrazioni di svincolarsi dall'obbligo del ricorso al Mercato elettronico della pubblica amministrazione (Mepa), oppure ad altri mercati elettronici, o al sistema telematico messo a disposizione dalla Centrale regionale di riferimento, per acquisti autonomi per importi inferiori a cinquemila euro?
A un professionista è stato conferito da una pubblica amministrazione un incarico di lavoro autonomo, legato al Pnrr (piano nazionale di ripresa e resilienza). In occasione di ogni pagamento relativo a tale incarico, è necessario chiedere al professionista il certificato di regolarità contributiva?
Vorrei un chiarimento su quanto previsto dall'articolo 26 del Dl 50/2022, in tema di adeguamento prezzi negli appalti pubblici, in caso di appalti aggiudicati nel 2023. Un contratto d'appalto è stato stipulato il 21 marzo 2023 con progetto approvato nel 2020 (prezzario regionale 2019); il primo Sal è dell'8 novembre 2023. In quale fattispecie di calcolo dell'adeguamento dei prezzi d'appalto rientra questo caso (80% delta prezzi 2022-2019 oppure altra modalità)? L'adeguamento prezzi deve essere richiesto dall'impresa? In caso positivo, eentro quali termini? Nel caso non sia stato richiesto o non sia stato richiesto nei termini, l'amministrazione è comunque tenuta a riconoscere l'adeguamento dei prezzi?
L’attività di fornitura e posa in opera di carpenteria metallica in un cantiere con un valore complessivo totale superiore a 70mila euro, affidata a un’impresa con codice Ateco 25.11 (Fabbricazione di strutture metalliche e di parti di strutture) che applica contratto collettivo nazionale Metalmeccanici piccola industria Confimi (Confederazione dell'industria manifatturiera italiana e dell'impresa privata), è da considerarsi non edile e quindi non soggetta alla congruità in edilizia?
Un'impresa edile sta svolgendo lavori in una scuola. Il piano di sicurezza e coordinamento prevede in minima parte l'interferenza con le attività scolastiche, senza però indicare specificatamente rischi o misure per evitare le interferenze. All'impresa è richiesto di informare la scuola sulle lavorazioni da eseguire ogni giorno. I lavori sono svolti in copertura e all'impresa è riservato un ingresso allo stabile differente da quello per gli alunni. Il cancello esterno di ingresso è, in parte, comune all'impresa e agli utenti della scuola. Bisogna fare una sola lavorazione che necessita dell'ingresso nell'edificio scolastico, ed è quella dell'installazione dell'ascensore. I lavori, al momento, risultano completati al 45 per cento. Il Comune era obbligato a redigere il Duvri (documento unico per la valutazione dei rischi da interferenze), ex articolo 26 del Dlgs 81/2008, prima della stipula del contratto? Nel caso fosse obbligato alla redazione, il contratto di appalto, a oggi, risulterebbe nullo?
È obbligatoria la costituzione del Collegio consultivo tecnico (Cct), nel caso di un appalto di lavori sopra soglia comunitaria, bandito a norma del Dlgs 50/2016, la cui procedura di appalto avviata ad aprile 2023 è ancora in corso? Si pone questa domanda perchè, in base all'articolo 6 della legge 120/2020, la costituzione del Cct è obbligatoria fino al 30 giugno 2023 e presuppone l’avvenuta individuazione dell’appaltatore (a oggi non avvenuta). Inoltre l’articolo 224 del Dlgs 36/2023 non pare applicabile al caso specifico in quanto il Cct non è ancora costituito.
Un'amministrazione, a seguito della risoluzione contrattuale con la prima aggiudicataria e in attesa del recupero della fideiussione dalla compagnia assicuratrice, intende erogare alla seconda aggiudicataria l'anticipo contrattuale. È corretta questa sorta di doppia erogazione dell'anticipazione contrattuale, in pendenza del recupero della fideiussione?
La normativa prevede che, per configurarsi un subappalto, è necessaria la contemporanea presenza delle condizioni di seguito elencate, unite dalla congiunzione «e»: 1) importo superiore al 2% dell’importo delle prestazioni affidate o di importo superiore a 100mila euro; 2) incidenza del costo della manodopera e del personale superiore al 50% del contratto da affidare. È possibile dedurre che il venir meno di una soltanto delle due condizioni faccia sì che il subcontratto possa automaticamente non configurarsi come subappalto? Quindi, potrebbero discendere queste due situazioni: 1) se ho una fornitura con posa o un nolo a caldo che ha incidenza della manodopera inferiore al 50 per cento, automaticamente posso gestirla come subaffidamento (non subappalto), indipendentemente dal suo importo? 2) se ho una fornitura con posa o un nolo a caldo di importo inferiore al 2% e a 100mila euro, automaticamente posso gestirla come subaffidamento (non subappalto), indipendentemente dall’incidenza della manodopera?
L'ipotesi contemplata dall'articolo 105, comma 13, del Dlgs 50/2018 (oggi articolo 119, comma 11, del Dlgs 36/2023), che consente alla stazione appaltante, al verificarsi dei casi espressamente previsti, di pagare direttamente la ditta subappaltatrice, contempla altresì l'ipotesi che quest'ultima emetta fattura direttamente alla stazione appaltante, e non più alla società con la quale ha sottoscritto il contratto di subappalto?
Vorrei un chiarimento sulla possibilità, da parte dell’appaltatore, di ricorrere alla “tracciabilità attenuata“ (senza indicazione del Codice identificatico di gara-Cig sui bonifici) di cui all'articolo 3 della legge 136/2010, prevista per i pagamenti destinati a consulenti. Rientrano nella speciale casistica per cui vige la tracciabilità attenuata, tutti i consulenti lavoratori autonomi oppure unicamente quei consulenti lavoratori autonomi che forniscono assistenza ristretta ai campi amministrativo/legale/tributario/tecnico? Per fare un esempio, relativamente a un appalto per servizio di accoglienza e integrazione dei migranti richiedenti asilo, il servizio di consulenza resa da un interprete o da un mediatore culturale, oppure il servizio di docenza/alfabetizzazione reso da un insegnante di italiano direttamente verso i migranti, si possono qualificare come soggetti a rintracciabilità attenuata? Oppure essendo consulenze dirette al servizio rivolto al migrante, e non consulenze per spese generali, non rientrano nella speciale casistica di rintracciabilità attenuata?
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