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3355 quesiti trovati
Previdenza e pensioni
Sono un dipendente pubblico. Nel mese di giugno 2025 avrò maturato i 41 anni e 10 mesi validi per la pensione anticipata, cui andranno aggiunti i tre mesi di finestra necessari per poter essere collocato in pensione e percepire l'assegno. Nel mese di luglio 2025, tuttavia, compirò 65 anni e, di conseguenza, scatterà anche il limite ordinamentale previsto per i dipendenti pubblici. Per poter beneficiare del trattamento pensionistico, sarò comunque obbligato a portare a termine i tre mesi oppure il limite ordinamentale fa venire meno questa necessità, e potrò beneficiare del trattamento pensionistico già dal successivo mese di agosto? Pongo questa domanda anche nella prospettiva di un possibile "allargamento" delle finestre, che potrebbero non essere più di tre mesi ma di un periodo superiore.
Lavoro nel settore farmaceutico privato dal 1986 e, a maggio 2025, avrò 67 anni e una contribuzione complessiva di poco superiore ai quarant’anni. Non vorrei andare in pensione alla scadenza indicata e mi piacerebbe proseguire a lavorare ancora per un anno. È un mio diritto proseguire senza chiederlo all’azienda, o quest’ultima potrebbe interrompere il rapporto per raggiunti limiti di età? Oppure, ancora, dovremmo concordare l’uscita? Mi sembra di capire che, almeno nel privato, la legge non sia molto chiara.
La titolare di una ditta individuale, che svolge in proprio attività di estetista, è iscritta alla gestione artigiani. Tale soggetto ha ricevuto una richiesta di versamento di contributi a percentuale dall'agenzia delle Entrate anche su un reddito di partecipazione a una società in accomandita semplice di cui lei è solo socia di capitale (accomandante) per l'anno 2021, e in cui non ha mai svolto - nemmeno per un solo giorno - alcuna attività. Tra l'altro la Sas svolge attività di rivendita di materiali per l'edilizia, quindi in un settore del commercio e che non ha nulla a che vedere con l'attività di estetista. In sintesi: non svolgendo alcuna attività, nemmeno saltuaria, all'interno della Sas, questo soggetto ha versato i contributi a percentuale solo sul suo reddito di artigiana, tuttavia ora le viene chiesto di versarli anche sul reddito di partecipazione in qualità di socia di capitale della Sas. Dato che i soci accomandanti non versano i contributi Inps, non si capisce il motivo di tale richiesta nel caso di questo soggetto. Il canale Civis, interpellato, ha proposto di indicare in altro modo i redditi di partecipazione, senza dire come. Esiste una soluzione?
Dal 24 marzo 1995 al 6 marzo 1996 ho svolto il servizio di leva. Successivamente ho riscattato, ai fini contributivi, il periodo dal 16 ottobre 1996 al 30 settembre 1998, in cui ero iscritto all'università (mi sono laureato nel 2008), e dal 1° ottobre 1998 appartengo a una forza di polizia a ordinamento militare. Ai fini della "pace contributiva" - a norma dell’articolo 1, commi da 126 a 130, della legge 213/2023, recepito dalla circolare Inps 69 del 29 maggio 2024 - posso riscattare il periodo non coperto da contribuzione, che va dal 7 marzo 1996 (giorno successivo alla fine del servizio di leva) al 15 ottobre 1996 (giorno precedente quello di iscrizione all'università)?
Un cittadino, con nazionalità extra-Ue, senza cittadinanza italiana ma in possesso di carta di soggiorno e con residenza e lavoro in Italia, può sottoscrivere un fondo pensione con conferimento del Tfr e/o contributi volontari?
Rapporto di lavoro privato
Una persona con disabilità - ex articolo 3, comma 3, della legge 104/1992 - chiede di fruire dei tre giorni di permesso per sé stessa. Il coniuge della persona disabile chiede anch'esso i tre giorni per prestarle assistenza. Ad entrambi viene concessa l'autorizzazione, ma si chiede se i tre giorni sono da dividere tra la persona disabile e il coniuge, essendo uno solo il soggetto disabile, oppure se i due hanno diritto a tre giorni ciascuno.
Un lavoratore dipendente del settore privato, ha compiuto 63 anni e al 30 giugno 2024 vanta 37 anni e 46 settimane di contributi (come da Ecocert). L'azienda per la quale lavora dal 1° luglio 1993 ha certificato che ha prestato lavoro notturno (da mezzanotte alle cinque del mattino) nel periodo compreso tra il 2014 e il 2023 per 81 notti nel 2014 e nel 2015; 86 nel 2016; 71 nel 2017; 76 nel 2018; 70 nel 2019; 78 nel 2020; 63 nel 2021; 89 nel 2022; 81 nel 2023. Può accedere alla pensione anticipata riservata ai lavoratori che hanno svolto lavori usuranti? Se sì, con quale quota e decorrenza?
Si chiede se, anche per l'anno 2024, la misura dell'acconto dei contributi da versare per gli iscritti alla gestione separata Inps va calcolata applicando al reddito del 2023 la percentuale dell'80% e l'aliquota contributiva stabilita per l'anno 2024. Inoltre, in quale norma di legge si rinviene la disposizione sulla misura degli acconti da versare a opera dei professionisti che siano iscritti alla gestione separata?
Una società artigiana svolge attività di lavorazione infissi e serramenti, così come attività edilizia e anche attività agricole per conto terzi (preparazione di terreni con utilizzo di macchine agricole). Essa deve assumere un lavoratore con mansione di addetto alla conduzione di macchine agricole per la preparazione dei terreni conto terzi. In quale settore tale lavoratore dev'essere inquadrato?
In base all'articolo 46 del Dlgs 198/2006, «le aziende pubbliche e private che occupano oltre cinquanta dipendenti sono tenute a redigere un rapporto ogni due anni sulla situazione del personale maschile e femminile in ognuna delle professioni ed in relazione allo stato di assunzioni, della formazione, della promozione professionale, dei livelli, dei passaggi di categoria o di qualifica, di altri fenomeni di mobilità, dell'intervento della Cassa integrazione guadagni, dei licenziamenti, dei prepensionamenti e pensionamenti, della retribuzione effettivamente corrisposta». Per le aziende fino a 50 dipendente tale rapporto è facoltativo. Vorrei sapere se le retribuzioni che si riferiscono a maggiorazioni per lavoro notturno, per turni, per la sesta giornata lavorata (in tutti questi casi si tratta di maggiorazioni su lavoro ordinario e non di lavoro straordinario) devono essere indicate nel «di cui componenti accessorie del salario, straordinari, superminimi, premi di produttività e altro» della tabella 2.8 - Monte retributivo annuo lordo, e poi in «altro» nella tabella 2.8.1 - Dettaglio componenti accessorie del salario (si vedano le tabelle allegate al decreto del ministero del Lavoro e delle politiche sociali di concerto con il ministero per le Pari opportunità e la famiglia 29 marzo 2022) oppure è sufficiente indicarle solo nel Monte retributivo lordo annuo.
Lavoro autonomo e partite Iva
Un personal trainer in regime forfettario ha scelto come codice Ateco il 93.19.99 (con forfettizzazione al 67 per cento) ed è iscritto alla gestione separata Inps; svolge attività verso privati e anche verso palestre, dove tiene dei corsi generici di ginnastica. Alcuni sostengono che il codice Ateco appropriato sia l'81.51.00 (con forfettizzazione al 78 per cento) ma in tal caso non sarebbe possibile l'iscrizione alla gestione separata. Si chiede se il codice attualmente utilizzato sia quello più appropriato e, inoltre, se le fatture emesse nei confronti delle Asd (Associazioni sportive dilettantistiche), alla luce della nuova normativa, sarebbero esenti da tassazione e da contribuzione Inps fino a 15mila euro.
Un datore di lavoro, che applica ai propri dipendenti il contratto collettivo nazionale di lavoro Metalmeccanici Artigianato, ha la facoltà di mensilizzare le retribuzioni anche se il Ccnl prevede la retribuzione oraria?
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