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3180 quesiti trovati
Rapporto di lavoro privato
Un'azienda iscritta a Confartigianato, con applicazione del relativo contratto (Metalmeccanici artigiani), perde il requisito di azienda artigiana per superamento del numero massimo di dipendenti. A questo punto, diventa obbligatorio il passaggio al Ccnl Industria?
Previdenza e pensioni
A tre anni dal decesso di mia zia, ho ricevuto, in qualità di erede, un accertamento Inps relativo ai contributi versati per la sua badante. Premetto che all'epoca dei fatti la zia era tutelata da un amministratore di sostegno, che operava a mezzo di un patronato per quanto concerne le operazioni di assunzione, licenziamento, pagamento di chi si occupava di lei. Inoltre, ritengo di avere rilevato un errore nell'accertamento, in quanto si tratta probabilmente di mancata comunicazione di un avvicendamento tra una badante e l'altra, e non di mancato versamento. Chiedo se sia una procedura corretta, da parte mia, inviare una raccomandata all'Inps allegando il decreto di nomina dell'amministratore stesso. È lui, o chi da lui incaricato, il responsabile di eventuali errori e della risposta dovuta entro trenta giorni, a supporto della quale avrei solo la mia memoria, ma non sarei in grado di produrre documentazione?
Sono un dipendente pubblico, del settore enti locali, di 64 anni. A partire dalla metà di gennaio 2024, ho raggiunto i requisiti per andare in pensione con l'anticipata ordinaria "Fornero" (42 anni e 10 mesi). Tra i vari tagli approvati nella legge di Bilancio per il 2024 (n. 213/2023), c’è quello relativo alle nuove aliquote di rendimento del sistema retributivo, meno favorevoli rispetto alle precedenti. Questo cambiamento può essere sfavorevole, visto che ho maturato nel periodo retributivo 14 anni e 9 mesi? In alternativa, potrei andare in pensione con il requisito della pensione anticipata flessibile "quota 103" (quella approvata nella legge di Bilancio per il 2023, n. 197/2022, con il calcolo del sistema misto), in quanto maturato già nel 2022 e, quindi, non soggetto alle nuove aliquote di rendimento del sistema retributivo, sempre che questa opzione sia possibile, dato che ho raggiunto i requisiti della "Fornero"?
La riforma in base alla quale è prevista la riduzione delle aliquote di rendimento periodo retributivo, per le pensioni degli statali ex Inpdap, riguarda solo l'anno 2024, e quindi è finalizzata a un risparmio su tale anno? Nel 2025, teoricamente, torneranno le vecchie aliquote, contenute nell’allegato A alla legge 965/1965?
Mi hanno detto che per percepire l'importo pieno di pensione prevista si deve aver versato contributi per almeno 30 ore lavorative a settimana durante gli anni di lavoro. A tal proposito mi chiedevo, ragionando su un calcolo ipotetico, se una persona per andare in pensione deve lavorare 42 anni e ha fatto 21 anni a tempo pieno (40 ore settimanali) e 21 anni part time (20 ore settimanali) quando sarà il momento della pensione si farà una media ( quindi 30 ore settimanali per 42 anni) o come viene calcolato l'importo?
Una società senza dipendenti può, a prescindere dalle limitazioni percentuali previste dai Ccnl (contratti collettivi nazionali di lavoro) e dalla normativa (Dlgs 81/2015), utilizzare la prestazione di un solo lavoratore interinale (come accade nel caso del contratto a termine)?
Sono stata operata di carcinoma e dichiarata invalida al 100 per cento, con diritto all’indennità di accompagnamento. È stata concessa, con decorrenza 1° ottobre 2013, la prestazione Inps categoria Invciv, per un importo mensile di 275,87 euro. Tale prestazione veniva successivamente trasformata in assegno sociale in data 1° maggio 2014, mese successivo al compimento dei 65 anni e tre mesi di età. L’Inps, però, ha sempre considerato tale prestazione come assegno sociale legato ai redditi del titolare e del coniuge, liquidando la relativa provvidenza in misura minore rispetto a ciò che era dovuto. D’altra parte, consultando il codice di rilevanza 14, riportato nella tabella 1 allegata alla circolare Inps 195/2015, e aggiornata con messaggio 4023/2016, si evince chiaramente che i redditi del coniuge non percettore sono ininfluenti. Dunque, l'assegno sociale derivante da invalidità non dovrebbe essere trattato come quello normale. Si chiede se tale interpretazione sia validamente applicabile al caso in questione, e se sia doveroso procedere alla richiesta di ricalcolo della quota di pensione non percepita dal 2014 in poi.
Una lavoratrice ha inoltrato istanza di rendita vitalizia, ex articolo 13, comma 5, della legge 1338/1962, nel novembre 2022 (per contributi omessi dal datore di lavoro dal 1993 al 2000). L'Inps risponde che la stessa non può essere evasa in forza della sentenza 21302/2017 della Cassazione, che ne osta - a suo dire - la procedibilità. Con risposta motivata l'Inps considera la procedibilità nel caso in cui la rendita in esame poteva essere richiesta entro un decennio (legge 335/1995) e che- in via prudenziale - le domande che sarebbero prescritte sono sospese in attesa di valutazione da parte del ministero del Lavoro. Cosa ne pensa l'esperto?
Una Snc è stata trasformata in Sas nel 2021. Nello stesso anno, un socio è andato in pensione, mantenendo la qualifica di socio accomandante. La Sas esercita il commercio al dettaglio di generi alimentari e prodotti per la pulizia della casa e, entro la fine del 2024, cesserà definitivamente l'attività. Nel caso descritto, il socio accomandante può chiedere l'indennizzo Inps per la rottamazione della licenza?
Lavoro autonomo e partite Iva
Si chiede se è corretto che un libero professionista, iscritto alla gestione separata, il quale decide di svolgere contemporaneamente attività d'impresa con la stessa partita Iva, debba iscriversi anche alla gestione commercianti. Inoltre, si chiede se i versamenti delle due gestioni possono cumularsi al fine dei requisiti per ottenere successivamente una pensione unica.
Un lavoratore, padre di un figlio di età inferiore all'anno, ha fruito del congedo di paternità e poi ha presentato le proprie dimissioni al datore di lavoro in data 15 febbraio 2024. Il lavoratore ha deciso di prestare il preavviso e il rapporto di lavoro è cessato il 6 marzo 2024, data in cui il figlio aveva già compiuto l'anno di età. Essendo quindi il figlio, al momento della cessazione del rapporto, di età superiore all'anno, si chiede se vada comunque pagata l'indennità di mancato preavviso.
Una ex insegnante in pensione apre una partita Iva per la coltivazione di agrumi nel 2016. Dato che di fatto non è mai riuscita ad avviare in pieno l'attività (non ha avuto mai dipendenti e mai dei veri e propri clienti), nel marzo 2022 ha chiuso la partita Iva. Nel frattempo l'Inps, mediante avviso di cartelle, ha provveduto a chiedere i contributi previdenziali Ivs dei coltivatori diretti per il periodo 2016-2022. Tenuto conto che la signora è in pensione da almeno 15 anni, che non c'è stato fatturato di vendita di prodotti agricoli, che ogni anno ha dichiarato un totale di redditi dominicali pari a 629 euro e redditi agrari per 298 euro, e che oltre al reddito di pensione, ha dichiarato redditi diversi (collaborazioni occasionali derivanti dall'esercizio di attività di docente per i doposcuola) per un importo inferiore a mille euro euro lordi, è corretto che l'Inps pretenda il pagamento di tali contributi previdenziali?
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