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102 quesiti trovati
Controversie civili e mediazione
Si chiede se l'articolo 1 del Rd 773/1931 (Testo unico delle leggi di pubblica sicurezza), per la composizione bonaria tra privati, può essere invocato anche nelle liti condominiali.
Vivo in un appartamento in condominio. Da circa tre anni, la proprietaria dell’appartamento sottostante il mio soffre di una patologia neurodegenerativa a causa della quale ha frequenti crisi di urla che durano tre/quattro ore. Purtroppo le crisi si presentano anche di notte, per cui mi sveglio spessissimo. Ho chiesto in continuazione ai figli di questa signora - che vivono altrove - di provvedere a risolvere la situazione, ma senza alcun risultato. Anche gli altri condòmini sono disturbati da queste crisi. Che cosa posso fare per risolvere la situazione?
Un unico proprietario di un palazzo, in cui risiede, concede in locazione tutte le restanti unità, che sono destinate ad attività professionali. Non è costituito un condominio e non sono indette assemblee. Il proprietario-locatore amministra anche le spese comuni, rendendone conto ai vari conduttori con un foglio consuntivo del riparto, in cui risultano anche le deduzioni degli acconti. Il proprietario non si è accorto che nel 2023 il servizio di fornitura gas per riscaldamento, fino a quel momento tariffato a 0,40 euro a metro cubo, è aumentato, in base a un nuovo contratto, a 2,40 euro, ossia a sei volte il prezzo quotato di Arera (Autorità di regolazione per energia reti e ambiente). Ora egli chiede ai conduttori di integrare i versamenti periodici, salvo conguaglio. I conduttori hanno indetto un'assemblea ex articolo 10, comma 3, della legge 392/1978, invitando il proprietario a rendere conto circa le condizioni contrattuali così evidentemente sfavorevoli; egli, oltre a non confrontarsi, ha proibito ogni assemblea dei conduttori, ritenendosi esonerato da ogni personale responsabilità e disconoscendo loro ogni diritto di intervento. È legittimo il comportamento del proprietario-locatore? Sussiste un obbligo di diligenza, e, nel caso, a quali azioni potrebbero ricorrere i conduttori?
Responsabilità e risarcimento
In uno stabile, un condomino subisce un danno da infiltrazione d'acqua dall'appartamento superiore, il cui proprietario ha una polizza assicurativa che prevede una franchigia a carico dell'assicurato. In questo caso, il condomino danneggiato dovrebbe rinunciare a ottenere un risarcimento completo perché il danneggiante, essendo a suo carico la franchigia, non intende rimborsare l'intero importo, sentendosi escluso da qualsiasi ulteriore richiesta?
Il condominio ha affidato i lavori di ristrutturazione con un contratto di appalto e ha nominato un direttore dei lavori. È nelle competenze del direttore dei lavori accertare che i pagamenti del condominio corrispondano ai lavori effettivamente eseguiti con la contabilità finale?
La mia vicina ha collocato l'unità esterna (split) del condizionatore sul solaio di un locale di sua proprietà, a piano terra, confinante in aderenza con il muretto del mio giardino. Al momento dell'installazione sono intervenuto e ho fatto presente, sia all'installatore che alla proprietaria, la necessità di rispettare le distanze di legge dello split e delle relative tubazioni (un metro dal confine), valutando anche la rumorosità dell'apparecchio. Ciò nonostante, hanno, sì, disposto lo split a un metro dal confine, ma, a tarda sera, hanno posizionato il motore frontalmente, in direzione del mio giardino, e hanno lasciato la tubazione a circa 50 centimetri dal confine. L'apparecchio, inoltre, è molto rumoroso e si avvertono anche vibrazioni quando è in funzione. Come procedere per tutelare i miei diritti? Nel caso dovessi adire le vie legali, devo coinvolgere solo la proprietà o anche l'installatore?
La sentenza di Cassazione 15706/2017 afferma che il singolo condomino, senza assistenza di un legale, può ricorrere alla volontaria giurisdizione per chiedere la rimozione dell’amministratore condominiale. Navigando in internet, gli esempi che ho trovato prevedono tutti l’assistenza di un legale. Che cosa si deve fare se il Tribunale cui ci si rivolge non riconosce la sentenza in oggetto?
L'azienda che fornisce l'acqua potabile si rifiuta di effettuare le ispezioni di sua competenza sulla tubazione, a monte dei contatori volumetrici, interrata in una corte condominiale privata. Il terreno sottostante al calpestio è intriso d'acqua e, con il passare del tempo, verranno a essere interessate anche le strutture di fondazione del condominio. L'azienda, tuttavia, non interviene, sostenendo che si tratterebbe di una perdita di minima entità. Si chiede di indicare quale strada legale possa essere praticata per indurre l'azienda stessa a effettuare i controlli.
Vorrei sapere se i condòmini possono partecipare alla mediazione obbligatoria promossa da un fornitore del condominio, o se vi deve partecipare soltanto l'amministratore.
Il mio appartamento in condominio ha un giardino che confina da uno dei lati con altro giardino privato. La recinzione è in parte con muro alto 2,10 metri e in parte con muretto sormontato da una griglia di recinzione. Dal lato interno ho piantato dal 2007 delle siepi, che sporgono oltre la griglia di 60 cm e per un'altezza complessiva uguale al muro di 2,10 metri. Pur provvedendo personalmente tutti i mesi alla potatura della siepe per mantenerne l'altezza invariata, i rami crescono verso l'esterno sporgendo nel giardino privato adiacente. In questi 16 anni, di comune accordo, una o due volte all'anno, mi sono recato nel giardino del vicino per tagliare i rami sporgenti. Da quest'anno il vicino non ritiene più valido questo accordo perché non vuole estranei nel suo giardino e teme che in caso di mia caduta dalla scala debba risponderne lui legalmente. Ho proposto di chiamare un giardiniere a mie spese, con regolare fattura. Neanche questa soluzione è di suo gradimento. Il vicino pretende che io abbassi l'altezza della siepe di 60 centimetri. A me risulta che io sia tenuto solo a tagliare i rami sporgenti. Qual è l'interpretazione corretta?
Contabilità, bilancio e Nfr
Una Snc è proprietaria di un ufficio situato al piano terra di un condominio. Il maltempo ha distrutto il tetto del condominio e sono iniziati i lavori di sistemazione. L'importo che la società dovrà pagare ammonta a circa 14mila euro. Si chiede se tale spesa dovrà essere capitalizzata a incremento del valore dell'immobile oppure se è possibile considerarla un costo nell'anno di sostenimento.
Nel 2012 un soggetto ha ceduto, per la durata di 25 anni, il diritto di superficie relativo al lastrico solare di un capannone industriale sul quale è stato realizzato un impianto fotovoltaico. Ora il tetto ha la necessità di manutenzione, in quanto vi sono infiltrazioni di acqua nel capannone sottostante. Quale quota delle spese di manutenzione va addebitata al titolare del diritto di superficie? In particolare, è applicabile l'articolo 1126 del Codice civile, che attribuisce un terzo della spesa al condomino che ha l'uso esclusivo del lastrico?
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