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13423 quesiti trovati
Iva
Una società acquista dal costruttore una serie di garage e di posti auto che vengono assoggettati a Iva in quanto beni strumentali. Nel caso di successiva cessione di un garage, effettuata quindi da soggetto non costruttore, si chiede con quale criterio applicare l'Iva: - in quanto bene strumentale (articolo 10, numero 8-ter, Dpr 633/1972), si opta per l'Iva e tutti gli atti sconteranno l'Iva (a prescindere da acquirente e destinazione del bene), esposta in fattura oppure tramite il reverse charge se l'acquirente è soggetto passivo; - se l'acquirente dichiara in atto di adibire il garage a pertinenza di abitazione, cambia il regime di cessione in quanto esente (articolo 10, numero 8-bis; Dpr 633/1972) con obbligo da parte dell'impresa cedente di rettifica della detrazione Iva in base ai decimi mancanti. La norma sembra "lacunosa" e l'Agenzia, ma solo tramite un documento di prassi, sembra optare per la seconda soluzione.
Una ditta individuale riscuote alcune fatture tramite una piattaforma estera di gestione dei pagamenti online. Per tale servizio non viene emessa fattura ma è possibile scaricare dei report. Per registrare questi costi è corretto emettere autofattura elettronica esente Iva ex articolo 10 Dpr 633/1972? In caso affermativo si può utilizzare il codice TD17?
Fiscalità immobiliare e catasto
Un privato ha acquistato nel 2010 un'abitazione beneficiando dell'agevolazione prima casa, comprandone il 50% mentre la metà restante, lo stesso giorno, gli è stata donata dal padre. Ora il privato vuole acquistare, nello stesso Comune, una nuova abitazione fruendo dell'agevolazione prima casa e, a tal fine, si impegna a vendere l'abitazione acquistata nel 2010 entro 12 mesi. Ai fini del nuovo utilizzo dell'agevolazione prima casa, è un problema l'aver ricevuto nel 2010 metà del primo immobile tramite una donazione oppure ciò non costituisce un problema?
Agevolazioni fiscali
Dal mese di marzo mese è stato attivato lo sportello unico digitale per l'avvio di attività nella Zona economica speciale (Zes) unica. Agli sportelli unici per le attività produttive (Suap) comunali restano invece le competenze su Scia e commercio. Tanto premesso si chiede se le agevolazioni fiscali sancite per gli investimenti effettuati nella Zes (credito d'imposta) sono da intendersi per tutte le tipologie di attività che andranno a insediarsi, salvo naturalmente quelle escluse dal decreto istitutivo, oppure solo per quelle attività per le quali sarà necessario rivolgersi allo sportello unico digitale Zes.
Una società con codice Ateco 43.39.09 (Altri lavori di completamento e di finitura degli edifici nca) è stata incaricata di svolgere lavori di ristrutturazione presso un negozio svolgente attività di macelleria. Chiediamo se debba essere applicato il meccanismo di reverse charge oppure se vada applicata l'aliquota Iva del 22 per cento.
Un committente soggetto passivo Iva affida la costruzione di un B&B a un'impresa edile. Come devono essere fatturati i lavori di costruzione, con Iva esposta 22% o in reverse charge?
Bonus edilizi
Nel mio condominio è stato deliberato un intervento di manutenzione straordinaria per il consolidamento del fabbricato e la pulizia e sistemazione delle facciate. Al fine di determinare il tipo di intervento di consolidamento, nel 2023 è stata richiesta una perizia di staticità a un ingegnere strutturista, un'analisi sulla attuale situazione di travi e pilastri ad un'azienda specializzata in prove tecniche su calcestruzzi e acciai e la redazione di un computo metrico per la realizzazione dell'intervento. L'affidamento e la realizzazione dei lavori avverranno nel corso del 2024. È possibile portare in detrazione le spese sostenute nel 2023 anche se i lavori saranno effettuati nel 2024?
Nel 2023 un condominio ha eseguito alcuni lavori di ristrutturazione in edilizia libera su parti comuni. L'impresa che ha eseguito i lavori ha applicato lo sconto in fattura al 50 per cento. Il condominio ha pagato l'impresa per la parte non scontata in parte nel 2023 e in parte nel 2024. I lavori sono iniziati e terminati nel 2023. La comunicazione dell'opzione da inviare entro il 4 aprile 2024 come dovrà essere compilata nella parte "importo complessivo di spesa sostenuto" e "importo complessivo del contributo sotto forma di sconto"?
Ho effettuato un intervento di ristrutturazione per il quale l'assicurazione mi ha rimborsato una parte dei lavori. Posso comunque detrarre per intero la spesa sostenuta, pagata con i bonifici parlanti, senza considerare il rimborso ricevuto?
Una società consortile in liquidazione ordinaria dal 29 dicembre 2017, nel 2018 ha presentato la dichiarazione Iva per il 2017, che si è chiusa con un credito di 15mila euro non chiesto a rimborso ma indicato nel rigo VX 5 (da riportare in detrazione o in compensazione). Per i periodi d'imposta 2018, 2019, 2020, 2021 e 2022, tuttavia, le dichiarazioni Iva non sono state presentate. In base alla giurisprudenza di legittimità, tranne qualche sentenza contraria, si registra oggi un consolidato orientamento in base al quale il contribuente non perderebbe il diritto al credito sorto in precedenza e regolarmente dichiarato, ancorché le dichiarazioni Iva successive non sono state presentate. Il liquidatore della società intende presentare ora per allora le dichiarazioni omesse (da Iva 2019 a Iva 2023) e quindi far confluire il credito sorto nel 2017 nella dichiarazione di quest'anno (Iva 2024). Qual è il vostro parere al riguardo?
Un medico emette, sbagliando, due fatture a una struttura sanitaria con addebito dell'Iva anziché in esenzione ex articolo 10, comma 1, n. 18), Dpr 633/1972. L'agenzia delle entrate, a seguito di controllo automatizzato, richiede al contribuente il versamento dell'Iva e la compilazione della Lipe (liquidazione periodica) trimestrale. Il contribuente, accortosi dell'errore, intende provvedere nel 2024 a emettere nota di credito a storno totale delle fatture errate e procedere a emettere nuove fatture con indicazione del regime Iva corretto. È giusta questa impostazione? Quali sanzioni dovrebbero essere versate in caso di ravvedimento?
Un soggetto esercente l’attività di bar svolge, in via secondaria, anche quella di rivendita di tabacchi e quotidiani. L’attività di bar risulta prevalente in termini di fatturato e l’azienda ha optato per il regime semplificato Iva. Si chiede se si ricade nella fattispecie del pro-rata.
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