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3638 quesiti trovati
Previdenza e pensioni
Sono un dipendente pubblico ministeriale, assunto nel gennaio 1989. Ho riscattato ai fini pensionistici cinque anni di università e 14 mesi di servizio militare obbligatorio. Desidererei sapere se i suddetti periodi andranno nel computo della pensione nella parte retributiva (collocandosi prima del 1996) o in quella contributiva.
Rapporto di lavoro privato
Un'azienda, che applica un contratto di prossimità, regolarmente depositato, può fruire della decontribuzione Sud?
Ho sottoscritto un contratto di lavoro dipendente a tempo determinato per sei mesi, con orario part time a 20 ore settimanali, che penso non verrà prorogato oltre la scadenza. Potrò chiedere la Naspi al termine del contratto? E l'Inps, prima di concedermela, verificherà se il contratto non è stato prorogato per volontà del datore o del dipendente? Nel caso fossi io a non voler proseguire il rapporto lavorativo (mentre il datore sarebbe disponibile a prorogarlo), la Naspi mi spetterebbe ugualmente? Vorrei inoltre sapere se in questo caso, ai fini del calcolo dell'importo della Naspi, l'istituto previdenziale prenderà a riferimento l'ultima retribuzione part time o l'ultima retribuzione a tempo pieno, considerato che in precedenza ho lavorato anche a tempo pieno (sia nel settore privato sia nella pubblica amministrazione).
Sicurezza sul lavoro
Vorrei sapere se un muratore artigiano che opera con il codice Ateco 433901, che svolge solo piccoli lavori al di fuori di cantieri, è tenuto richiedere la patente a crediti/punti.
Una società a responsabilità limitata gestisce due pubblici esercizi: uno ad apertura stagionale ("colonie montane marine e curative o turistiche", che hanno periodi di chiusura non inferiori a 70 giorni continuativi o 120 non continuativi, si veda il Dpr 1525/1963) e uno ad apertura annua. Il contratto collettivo nazionale (Ccnl) applicato è quello dei Pubblici esercizi ristorazione e turismo. Il dubbio riguarda l’applicazione dell’articolo 95 del citato Ccnl, che prevede la maggiorazione retributiva per i dipendenti con contratto a termine in aziende di stagione. È possibile non applicare la maggiorazione per entrambi i ristoranti? Oppure va applicata la maggiorazione per il ristorante ad apertura solo stagionale? Questo creerebbe, però, una differenza retributiva tra il personale.
Un lavoratore a tempo indeterminato ha dato le dimissioni a gennaio 2025. La durata complessiva del rapporto è stata di un anno e due mesi. Ad aprile 2025, lo stesso dipendente verrebbe riassunto dall'azienda a tempo determinato, per un mese, con il medesimo inquadramento. È necessario, in questo caso, applicare la disciplina per i contratti a termine per quel che riguarda causale e durata complessiva (anche se il precedente contratto era a tempo indeterminato)? In altri termini, dato che la durata complessiva del rapporto tra le parti supera i 12 mesi (precedente contratto indeterminato pari a un anno e due mesi e nuovo contratto a termine pari a un mese), bisogna comunque indicare una causale nel contratto?
L’azienda per cui lavoro applica il contratto collettivo nazionale Cartai piccola industria. A decorrere dal 1° gennaio 2019, l’indennità sostitutiva del premio di risultato e l’elemento di garanzia retributiva sono stati sostituiti dal flex benefit per un importo di 258 euro (articolo 12 del Ccnl citato). Per gli anni 2019-2020-2021 ho ricevuto questo flex benefit di 258 euro. Nel 2022 mi è stata assegnata, a titolo di fringe benefit, un'autovettura, con un addebito mensile di 400 euro lordi, pari a 4.800 euro nell'anno. A partire dal 2022 (e quindi per gli anni 2022, 2023, 2024 e 2025), l'azienda non mi ha più erogato il flex benefit di 258 euro, sostenendo che non ne ho più diritto in quanto ricevo già il fringe benefit dell'autovettura. È corretto? il flex benefit contrattuale e il fringe benefit dell'autovettura sono quindi incompatibili? Suppongo che la scelta dell’azienda sia puramente legata a una questione fiscale, poiché la soglia di esenzione di 1.000 euro (considerato che sono un dipendente senza figli a carico) viene superata già con l’autovettura.
Ho presentato domanda di riduzione contributiva come ultra65enne. L’Inps l’ha respinta, in quanto la pensione è liquidata dalla Cassa dei trattamenti pensionistici dei dipendenti dello stato (Ctps), per cui non rientra fra quelle cui si applica la riduzione contributiva al 50% per ultra65enni. Se la risposta è corretta, vorrei capire i motivi di tale differenza di trattamento fra pensionati.
Volevo chiedere se è possibile fare un contratto di apprendistato di sei mesi per la compilazione dei modelli dichiarativi. Il Ccnl applicato è il contratto degli Studi professionali (Consilp). Qualora il lavoratore fosse d'accordo, è possibile proseguire con un nuovo contratto di apprendistato per i mesi residui?
Pubblico impiego
Sono neo-assunto all'Inail a seguito di concorso pubblico (come idoneo, quindi per scorrimento graduatoria). Decorsi tre anni dall'assunzione, posso fare domanda di trasferimento per passare direttamente a un'altra amministrazione, ex articolo 2, comma 2, del Dlgs 165/2001, senza l'assenso dell'amministrazione di appartenenza? Il dubbio mi sorge perché all'articolo 35, comma 5-bis, dello stesso decreto è disposto che «i vincitori dei concorsi devono permanere nella sede di prima destinazione per un periodo non inferiore a cinque anni», e il contratto di lavoro sottoscritto ha richiamato espressamente questa regola.
Il 31 ottobre 2024 ho concluso il percorso triennale di dottorato di ricerca con borsa di studio. Lo scorso 8 novembre 2024, ho presentato all’Inps la domanda di indennità di disoccupazione Dis-Coll. Essendo attivo un contratto co.co.co (di collaborazione coordinata e continuativa) di didattica integrativa per il periodo dal 7 ottobre 2024 al 14 febbraio 2025, ho segnalato tale contratto al momento della presentazione della domanda, indicandone il reddito presunto (2.100 euro). L’Inps ha respinto la richiesta per la presenza del rapporto co.co.co attivo alla data di presentazione della domanda. Sul sito dell'Inps, trovo questa precisazione: «il beneficiario dell'indennità che intraprenda… un'attività parasubordinata deve comunicare all'Inps... se questa era preesistente, dalla data di presentazione della domanda di Dis-Coll, il reddito che presume di trarre da questa attività». Sembrerebbe dunque che la Dis-Coll sia compatibile con un'attività parasubordinata già in essere al momento della presentazione della domanda. Tale possibilità di cumulo è ribadita dal messaggio Inps 1414/2024, che precisa il limite di reddito annuo da lavoro parasubordinato, ossia 8.500 euro. A mio parere, pertanto, il respingimento non ha una motivazione corretta. Ho ragione?
L'articolo 92 del Dlgs 267/2000 (Testo unico degli enti locali) prevede, per il personale, una deroga al divieto di cumulo dei rapporti di lavoro nel pubblico impiego, e l'articolo 53, comma 7, del Ccnl (contratto collettivo nazionale di lavoro) 21 maggio 2018 - tuttora vigente - regolamenta lo svolgimento del secondo lavoro. Con determina del responsabile del servizio, e a seguito di deliberazione della Giunta comunale, un ente locale, in cui un lavoratore è assunto con contratto part time al 50 per cento (18 ore settimanali), attribuisce a tale dipendente una integrazione oraria di ulteriori 12 ore settimanali, portando quindi a 30 ore l'orario di lavoro. Il dipendente part time ha in essere un altro contratto di lavoro, con un datore di lavoro privato. Le ore aggiuntive concorrono all'incompatibilità per divieto di cumulo tra il contratto con l'ente locale e quello con il datore di lavoro privato?
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