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2272 quesiti trovati
Iva
Una società acquista dal costruttore una serie di garage e di posti auto che vengono assoggettati a Iva in quanto beni strumentali. Nel caso di successiva cessione di un garage, effettuata quindi da soggetto non costruttore, si chiede con quale criterio applicare l'Iva: - in quanto bene strumentale (articolo 10, numero 8-ter, Dpr 633/1972), si opta per l'Iva e tutti gli atti sconteranno l'Iva (a prescindere da acquirente e destinazione del bene), esposta in fattura oppure tramite il reverse charge se l'acquirente è soggetto passivo; - se l'acquirente dichiara in atto di adibire il garage a pertinenza di abitazione, cambia il regime di cessione in quanto esente (articolo 10, numero 8-bis; Dpr 633/1972) con obbligo da parte dell'impresa cedente di rettifica della detrazione Iva in base ai decimi mancanti. La norma sembra "lacunosa" e l'Agenzia, ma solo tramite un documento di prassi, sembra optare per la seconda soluzione.
Una ditta individuale riscuote alcune fatture tramite una piattaforma estera di gestione dei pagamenti online. Per tale servizio non viene emessa fattura ma è possibile scaricare dei report. Per registrare questi costi è corretto emettere autofattura elettronica esente Iva ex articolo 10 Dpr 633/1972? In caso affermativo si può utilizzare il codice TD17?
Una società con codice Ateco 43.39.09 (Altri lavori di completamento e di finitura degli edifici nca) è stata incaricata di svolgere lavori di ristrutturazione presso un negozio svolgente attività di macelleria. Chiediamo se debba essere applicato il meccanismo di reverse charge oppure se vada applicata l'aliquota Iva del 22 per cento.
Un committente soggetto passivo Iva affida la costruzione di un B&B a un'impresa edile. Come devono essere fatturati i lavori di costruzione, con Iva esposta 22% o in reverse charge?
Una società consortile in liquidazione ordinaria dal 29 dicembre 2017, nel 2018 ha presentato la dichiarazione Iva per il 2017, che si è chiusa con un credito di 15mila euro non chiesto a rimborso ma indicato nel rigo VX 5 (da riportare in detrazione o in compensazione). Per i periodi d'imposta 2018, 2019, 2020, 2021 e 2022, tuttavia, le dichiarazioni Iva non sono state presentate. In base alla giurisprudenza di legittimità, tranne qualche sentenza contraria, si registra oggi un consolidato orientamento in base al quale il contribuente non perderebbe il diritto al credito sorto in precedenza e regolarmente dichiarato, ancorché le dichiarazioni Iva successive non sono state presentate. Il liquidatore della società intende presentare ora per allora le dichiarazioni omesse (da Iva 2019 a Iva 2023) e quindi far confluire il credito sorto nel 2017 nella dichiarazione di quest'anno (Iva 2024). Qual è il vostro parere al riguardo?
Un medico emette, sbagliando, due fatture a una struttura sanitaria con addebito dell'Iva anziché in esenzione ex articolo 10, comma 1, n. 18), Dpr 633/1972. L'agenzia delle entrate, a seguito di controllo automatizzato, richiede al contribuente il versamento dell'Iva e la compilazione della Lipe (liquidazione periodica) trimestrale. Il contribuente, accortosi dell'errore, intende provvedere nel 2024 a emettere nota di credito a storno totale delle fatture errate e procedere a emettere nuove fatture con indicazione del regime Iva corretto. È giusta questa impostazione? Quali sanzioni dovrebbero essere versate in caso di ravvedimento?
Un soggetto esercente l’attività di bar svolge, in via secondaria, anche quella di rivendita di tabacchi e quotidiani. L’attività di bar risulta prevalente in termini di fatturato e l’azienda ha optato per il regime semplificato Iva. Si chiede se si ricade nella fattispecie del pro-rata.
In caso di acquisto di beni da fornitore Ue per un importo superiore a 10mila euro o di servizi ricevuti da prestatore Ue o extra Ue, il forfettario deve integrare la fattura intracomunitaria o emettere autofattura, in caso di fatture extra Ue, e in ogni caso versare l'Iva tramite modello F24. Si chiede quale sia il codice tributo corretto.
In sede di predisposizione della dichiarazione Iva 2024, si è rilevato un errore nella registrazione di una nota di credito relativa al mese di gennaio 2023. In particolare, la nota di credito avrebbe compensato integralmente la fattura di acquisto ricevuta in precedenza, ma averla registrata in modo errato ha praticamente raddoppiato l'importo dell'Iva detratta nel mese, invece di azzerarla. Questo fatto ha comportato un errore nel saldo delle liquidazioni Iva a credito di gennaio e di tutti i mesi successivi (mese di ottobre e dicembre, saldo Iva a debito). In conseguenza di questo fatto, sono errate tutte le liquidazioni periodiche (Lipe) Iva (saldo debito/credito mensile) comunicate relativamente all'anno 2023. In sede di dichiarazione Iva, si provvederà a indicare i dati corretti nel modello VH. Considerando che l'errore è stato effettuato nel mese di gennaio, con conseguente errore del saldo di tutti i mesi dell'anno 2023, occorrerà effettuare il ravvedimento per tutte le liquidazioni (quattro versamenti) o si potrà effettuare un solo pagamento?
Una Srl di gestione immobiliare acquista un ufficio con due posti auto pertinenziali, esercitando l'opzione Iva, subentrando nei contratti di locazione e classificando i beni tra le Immobilizzazioni materiali. Qualche anno dopo decide di cedere uno dei posti auto a un privato che abita nello stesso palazzo, in esenzione Iva. Tale cessione comporta la rettifica della detrazione per gli anni precedenti in applicazione dell'articolo 19, Dpr 633/1972?
Si chiede se le fatture di acquisto emesse con il riferimento all'articolo 74-ter, Dpr 633/1972, da agenzie di viaggio a carico di titolare di partita Iva in regime Iva ordinario (esercente attività industriale/commerciale), debbano essere ricomprese da quest’ultimo nel totale operazioni passive delle liquidazioni periodiche e nel quadro VF della dichiarazione annuale Iva.
Sto compilando la dichiarazione annuale Iva e devo ripartire le vendite nel quadro VT. Gli enti pubblici, le scuole, i Comuni e altri enti non sempre sono dotati di partita Iva: spesso, hanno solo il codice fiscale. È corretto indicare come consumatori finali tutti i soggetti che non hanno partita Iva?
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