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197 quesiti trovati
Lavoro autonomo e partite Iva
Un medico dentista, con propria partita Iva, che fattura le prestazioni svolte verso i pazienti alla Srl odontoiatrica di cui è socio, deve pagare i contributi Enpam (Ente nazionale di previdenza ed assistenza dei medici e degli odontoiatri) anche sulla propria quota di partecipazione agli utili della Srl, pure se non percepiti? L'articolo 3 del regolamento Enpam non chiarisce il caso in cui il socio fattura alla Srl come professionista. Il medico infatti paga già i contributi sul reddito conseguito, che comprende quanto fatturato alla società.
Sono una persona fisica e sto valutando l'apertura della partita Iva, in regime forfettario, per la gestione dei cinque contratti di locazione che ho in essere, relativi a immobili di mia proprietà. Ritengo non dovuta la contribuzione Inps, non essendo la pura locazione di immobili attività di impresa. È corretta questa opinione, oppure sono tenuto a versare i contributi?
I produttori assicurativi di terzo e quarto gruppo sono iscritti all'Inps, nella gestione commercianti, ma non sono obbligati al versamento dei contributi fissi, calcolati sul reddito minimale. Qualora uno di questi soggetti aderisca al regime forfettario, potrà fruire, previa domanda all'Inps, della riduzione del 35% dei contributi dovuti, spettante ai contribuenti che hanno aderito al regime forfettario, come previsto dall'articolo 1, comma 76, della legge 190/2014 (di Stabilità per il 2015)?
Durante il periodo di maternità (anticipata oppure anche obbligatoria), un medico dipendente dell'Asl, che contemporaneamente svolge l'attività come professionista, può continuare a esercitare questa seconda attività professionale oppure deve astenersi, come avviene per il lavoro dipendente?
Sono laureata in psicologia clinica, ma non sono psicoterapeuta, né ho intenzione di diventarlo. L'esame di Stato è ancora in preparazione. Ho completato un corso di facilitatore per respirazione olotropica. Il riconoscimento è ottenuto da una scuola americana, non esistendo in Italia tale figura. Ho effettuato qualche seduta gratuita e di prova (soprattutto per me) in alcuni centri yoga. Vorrei che questa diventasse la mia professione e vorrei esercitarla in autonomia in tali centri, ma soprattutto in centri di psicoterapia, in aggiunta alle loro sedute. Quale regime fiscale potrei adottare per esercitare tale attività, tenuto conto che non avrei un mio studio, ma la eserciterei nei centri citati? Dovrei aprire una partita Iva come libera professionista o fondare un'associazione sportiva a me intestata? Infine, per questa attività occorre superare l'esame di Stato?
Si chiede se è corretto che un libero professionista, iscritto alla gestione separata, il quale decide di svolgere contemporaneamente attività d'impresa con la stessa partita Iva, debba iscriversi anche alla gestione commercianti. Inoltre, si chiede se i versamenti delle due gestioni possono cumularsi al fine dei requisiti per ottenere successivamente una pensione unica.
Un architetto ha disposto il bonifico per il pagamento dei contributi 2023 Inarcassa il 30 dicembre 2023, e l’addebito in conto è avvenuto il 2 gennaio 2024. I contributi pagati sono deducibili nella dichiarazione dei redditi 2024 (relativa ai redditi 2023) o in quella del 2025 (periodo 2024)? Si chiede, in sostanza, se il chiarimento dell’agenzia delle Entrate sul rapporto tra bonifici bancari e principio di cassa vale anche per gli oneri deducibili. Nell’esempio, l’onere sarebbe deducibile nella dichiarazione 2024, indipendentemente dal fatto che l’Inarcassa certifichi il versamento nel 2024.
Nel 2023 un libero professionista ha applicato il regime forfettario, emettendo e incassando fatture per 73.000 euro in relazione alla propria attività. Lo stesso soggetto ha, inoltre, emesso e incassato una fattura per 14.000 euro a seguito della vendita di beni strumentali. In totale, dunque, le fatture emesse ammontano a 87.000 euro. Questo soggetto resta in regime forfettario per il 2024? In pratica, la vendita di beni strumentali non concorre al raggiungimento del limite degli 85.000 euro, non avendo tali proventi natura di compensi?
Nel 2024, per tutti i forfettari in gestione separata, è sorto l'obbligo alla fatturazione elettronica. Mi pare, però, di avere capito che rimarrebbe esente da tale obbligo chi fattura ai clienti esteri. Poiché i miei clienti sono esclusivamente residenti all’estero, e titolari di ditte estere, chiedo all'esperto se, nel mio caso, poso essere esentato dalla fatturazione elettronica.
Abbiamo come cliente un agente di commercio che, nella sua abitazione, ha installato un impianto fotovoltaico, comprendente anche la colonnina di ricarica. Successivamente ha acquistato un’auto elettrica, che viene ricaricata tutte le sere alla colonnina di casa. Ogni due mesi il mio cliente riceve da un gestore la bolletta dell’energia elettrica consumata, oltre a quella accumulata dai pannelli solari, e vorrebbe detrarre in contabilità la cifra spesa per la ricarica dell’auto, in quanto per lui l’energia elettrica sostituisce il carburante. La bolletta che riceve, però, non distingue quanto è stato consumato per la ricarica dell’auto e quanto per l’uso domestico. Si precisa che all’interno della sua abitazione ha anche una stanza adibita a ufficio, dove svolge il suo lavoro. Come possiamo fare per portare in detrazione la spesa della bolletta elettrica per la parte usata come “carburante per autotrazione”?
Un collaboratore d'impresa familiare artigiana (parrucchiere) ha aperto, un paio di anni fa, la partita Iva individuale per fatturare delle prestazioni di lavoro autonomo saltuarie nei confronti di una emittente televisiva. La collaborazione è terminata, il soggetto in questione ha incassato tutti i compensi e nel 2024 non ci saranno prestazioni da fatturare. Quindi, si potrebbe chiudere la partita Iva a febbraio 2024. Tuttavia, attualmente la stessa persona sta seguendo il corso per l’ottenimento dei requisiti professionali per attività di parrucchiere. A inizio 2025 il titolare dell'impresa familiare dovrebbe ritirarsi e il collaboratore dovrebbe continuare tale attività da titolare, con propria partita Iva. In questa situazione, conviene mantenere aperta la partita Iva attuale, presentando dichiarazioni a zero per il 2024, e cambiare l’attività esercitata nel 2025 (da autonomo a impresa), per evitare i controlli e la richiesta di fidejussione a norma dell’articolo 15, comma 15-bis3, del Dpr 633/1972?
Un contribuente con partita Iva (regime ordinario) ha percepito, nel 2023, redditi per lavoro dipendente e collaborazioni superiori a 30.000 euro. Nel 2024 questo soggetto cessa il rapporto lavoro dipendente: di conseguenza, i suoi redditi deriveranno solo da una collaborazione coordinata e continuativa (legata alla carica di amministratore di una Srl) e saranno inferiori a 30.000 euro. Questo soggetto può accedere al regime forfettario?
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