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192 quesiti trovati
Lavoro autonomo e partite Iva
Si chiede se è corretto che un libero professionista, iscritto alla gestione separata, il quale decide di svolgere contemporaneamente attività d'impresa con la stessa partita Iva, debba iscriversi anche alla gestione commercianti. Inoltre, si chiede se i versamenti delle due gestioni possono cumularsi al fine dei requisiti per ottenere successivamente una pensione unica.
Un architetto ha disposto il bonifico per il pagamento dei contributi 2023 Inarcassa il 30 dicembre 2023, e l’addebito in conto è avvenuto il 2 gennaio 2024. I contributi pagati sono deducibili nella dichiarazione dei redditi 2024 (relativa ai redditi 2023) o in quella del 2025 (periodo 2024)? Si chiede, in sostanza, se il chiarimento dell’agenzia delle Entrate sul rapporto tra bonifici bancari e principio di cassa vale anche per gli oneri deducibili. Nell’esempio, l’onere sarebbe deducibile nella dichiarazione 2024, indipendentemente dal fatto che l’Inarcassa certifichi il versamento nel 2024.
Nel 2023 un libero professionista ha applicato il regime forfettario, emettendo e incassando fatture per 73.000 euro in relazione alla propria attività. Lo stesso soggetto ha, inoltre, emesso e incassato una fattura per 14.000 euro a seguito della vendita di beni strumentali. In totale, dunque, le fatture emesse ammontano a 87.000 euro. Questo soggetto resta in regime forfettario per il 2024? In pratica, la vendita di beni strumentali non concorre al raggiungimento del limite degli 85.000 euro, non avendo tali proventi natura di compensi?
Nel 2024, per tutti i forfettari in gestione separata, è sorto l'obbligo alla fatturazione elettronica. Mi pare, però, di avere capito che rimarrebbe esente da tale obbligo chi fattura ai clienti esteri. Poiché i miei clienti sono esclusivamente residenti all’estero, e titolari di ditte estere, chiedo all'esperto se, nel mio caso, poso essere esentato dalla fatturazione elettronica.
Abbiamo come cliente un agente di commercio che, nella sua abitazione, ha installato un impianto fotovoltaico, comprendente anche la colonnina di ricarica. Successivamente ha acquistato un’auto elettrica, che viene ricaricata tutte le sere alla colonnina di casa. Ogni due mesi il mio cliente riceve da un gestore la bolletta dell’energia elettrica consumata, oltre a quella accumulata dai pannelli solari, e vorrebbe detrarre in contabilità la cifra spesa per la ricarica dell’auto, in quanto per lui l’energia elettrica sostituisce il carburante. La bolletta che riceve, però, non distingue quanto è stato consumato per la ricarica dell’auto e quanto per l’uso domestico. Si precisa che all’interno della sua abitazione ha anche una stanza adibita a ufficio, dove svolge il suo lavoro. Come possiamo fare per portare in detrazione la spesa della bolletta elettrica per la parte usata come “carburante per autotrazione”?
Un collaboratore d'impresa familiare artigiana (parrucchiere) ha aperto, un paio di anni fa, la partita Iva individuale per fatturare delle prestazioni di lavoro autonomo saltuarie nei confronti di una emittente televisiva. La collaborazione è terminata, il soggetto in questione ha incassato tutti i compensi e nel 2024 non ci saranno prestazioni da fatturare. Quindi, si potrebbe chiudere la partita Iva a febbraio 2024. Tuttavia, attualmente la stessa persona sta seguendo il corso per l’ottenimento dei requisiti professionali per attività di parrucchiere. A inizio 2025 il titolare dell'impresa familiare dovrebbe ritirarsi e il collaboratore dovrebbe continuare tale attività da titolare, con propria partita Iva. In questa situazione, conviene mantenere aperta la partita Iva attuale, presentando dichiarazioni a zero per il 2024, e cambiare l’attività esercitata nel 2025 (da autonomo a impresa), per evitare i controlli e la richiesta di fidejussione a norma dell’articolo 15, comma 15-bis3, del Dpr 633/1972?
Un contribuente con partita Iva (regime ordinario) ha percepito, nel 2023, redditi per lavoro dipendente e collaborazioni superiori a 30.000 euro. Nel 2024 questo soggetto cessa il rapporto lavoro dipendente: di conseguenza, i suoi redditi deriveranno solo da una collaborazione coordinata e continuativa (legata alla carica di amministratore di una Srl) e saranno inferiori a 30.000 euro. Questo soggetto può accedere al regime forfettario?
Sono un lavoratore dipendente, con contratto part time al 97,50 per cento. Ho da poco avviato, in via sussidiaria, un’attività commerciale e ho chiesto all’Inps di non venire iscritto alla gestione commercianti, per mancanza del requisito di abitualità e prevalenza. L’istituto previdenziale mi ha riferito che sono obbligato alla doppia contribuzione - come commerciante e come lavoratore dipendente - a meno che non mi avvalga di un collaboratore o dipendente per lo svolgimento dell’attività commerciale. È corretta la posizione assunta dall’Inps?
Nel 2016, una pensionata (ex maestra di asilo) apre la partita Iva quale imprenditrice agricola, per gestire terreni di sua proprietà, iscrivendosi pure nell'apposita sezione del Registro imprese, tenuto dalla Camera di commercio locale. L'Inps la iscrive quale coltivatrice diretta, chiedendo i contributi previdenziali. A fine 2022, la pensionata chiude la partita Iva e si cancella dalla sezione speciale del Registro imprese. Ma, per errore, non viene indicata la cancellazione dall'Inps della posizione previdenziale di coltivatore diretto (modello comunicazione unica). Pur entrando l'interessata nel proprio cassetto previdenziale Inps con il proprio Spid e accedendo all'apposita sezione, il sistema non contempla una specifica comunicazione bidirezionale, ove si possa presentare a parte la cancellazione da coltivatrice diretta. Si pensa dunque di inviare una pec all'Inps, allegando il certificato di cancellazione dal Registro imprese e di chiusura della partita Iva, al fine di ottenere, appunto, la cancellazione da coltivatrice diretta da parte dell'istituto previdenziale. È corretto seguire questa strada?
Un professore ordinario, docente in una università italiana, essendo autorizzato da quest'ultima, opera anche come avvocato, con partita Iva. Dichiara dunque, ogni anno, redditi di lavoro dipendente (dall'università) e professionali. Di recente, questo soggetto ha acquistato dei terreni agricoli. Dovendo in qualche modo occuparsene, sta affrontando delle spese, legate all'acquisto di quanto serve per la manutenzione e coltivazione dei terreni. Egli dovrà pure assumere un operaio agricolo per i lavori da fare. Si ritiene che i pochi prodotti agricoli, se venduti, non andrebbero oltre i 3-4mila euro annui di fatturato. È corretto aprire un ulteriore codice Ateco secondario per l'attività agricola, assumendo anche un operaio agricolo? L'Ordine degli avvocati potrebbe creare delle problematiche in riferimento all'attività professionale del proprio iscritto?
La certificazione unica (Cu) di un lavoratore dello spettacolo (artista autonomo con partita Iva), nella sezione Inps, va compilata dal committente indicando i contributi ex-Enpals secondo il principio di competenza o secondo il principio di cassa (inserendo solo i contributi riferiti ai compensi effettivamente corrisposti)?
Una lavoratrice autonoma, titolare d'impresa, iscritta alla gestione commercianti Inps e in regola con i versamenti, ha diritto all’indennità giornaliera, anche per i periodi antecedenti i due mesi prima del parto «nel caso di gravi complicanze della gravidanza o di persistenti forme morbose che si presume possano essere aggravate dallo stato di gravidanza», quindi per un totale di cinque mesi di astensione ordinaria più il periodo intercorrente dall’accertamento della condizione fino ai due mesi prima del parto? L’accertamento dev'essere effettuato esclusivamente attraverso l’ufficio medico legale della Asl? Per il calcolo della retribuzione media giornaliera utile a determinare l’indennità, si tiene conto solo del reddito di lavoro autonomo o anche del reddito di lavoro dipendente?
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