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349 quesiti trovati
Enti del terzo settore
Un'associazione con codice fiscale e partita Iva, regolarmente iscritta all'albo degli enti di formazione della regione Sicilia, ha da poco ricevuto il decreto che la autorizza ad avviare corsi di formazione professionale (avviso 7). I corsi sono partiti e le spese di gestione sono state anticipate dai soci stessi. La Regione dovrebbe poi provvedere ad erogare delle somme (rapportate al numero di ore di formazione) per l'ente formativo. L'associazione è iscritta solo al Rea (Repertorio economico amministrativo) presso la Camera di commercio e non ha mai esplicato attività commerciale. Al momento non è iscritta nemmeno al Runts, in quanto l'attività formativa è rivolta a utenti esterni (non soci) che, tra l'altro, percepiscono un contributo dalla Regione per partecipare alla formazione stessa. Viste queste premesse, l'attività svolta d'ora in poi con i corsi professionali dovrà considerarsi un'attività commerciale? Si prospetta un margine discreto di utili, che certamente saranno reinvestiti nell'attività dell'associazione.
Il presidente di un'associazione sportiva dilettantistica (Asd) può percepire il rimborso forfettario previsto all'articolo 29, comma 2, del Dlgs 36/2021? Se sì, in quale occasione?
Si chiede se anche gli enti e le associazioni no profit che abbiano in forza più di 50 dipendenti siano tenuti a redigere il rapporto biennale sulla situazione personale maschile e femminile per il biennio 2022/2023. Nel decreto interministeriale (ministero del Lavoro e delle politiche sociali e ministero per la Famiglia, la natalità e le pari opportunità) 3 giugno 2024 (concernente la definizione delle modalità per la redazione del rapporto sulla situazione del personale maschile e femminile da parte delle aziende pubbliche e private che occupano oltre 50 dipendenti, ai sensi dell’articolo 46 del Dl 198/2006, come modificato dalla legge 162/2021) e nelle istruzioni pubblicate sul sito del ministero del Lavoro e delle politiche sociali si fa sempre riferimento alle «aziende pubbliche e private», da qui il dubbio interpretativo.
I contributi pubblici incassati da un'associazione devono essere pubblicati entro il 30 giugno dell'anno successivo all'esercizio finanziario in cui vengono ricevuti, secondo quanto disposto dall'articolo 1, commi da 125 a 129, della legge 124/2017 (legge annuale per il mercato e la concorrenza). Tuttavia, la normativa non specifica per quanto tempo tali informazioni devono rimanere pubblicate. Vorrei sapere se, in base alla prassi comune sulla trasparenza, si può considerare sufficiente che i dati restino disponibili per un periodo di cinque anni, oppure se lo devono restare per tutta la vita dell'associazione.
Per un'associazione sportiva dilettantistica, nella gestione dei compensi sportivi dei co.co.co sportivi, è possibile adempiere all'obbligo di stampa del libro unico del lavoro (Lul) in forma canonica (con bollatura Inail), oppure è obbligatorio il Lul emesso tramite il portale del Ras (Registro delle attività sportive dilettantistiche)? Per gli Unilav (modello unificato Lav) dei co.co.co sportivi si sta operando tramite modello Unilav-Sport per comunicare le assunzioni, proroghe e cessazioni; è corretto? Infine, per i co.co.co amministrativo-gestionali è corretto stampare Lul in forma canonica (non dal Ras) e fare gli Unilav dalle comunicazioni on line (non tramite Unilav-Sport)?
Un'Asd (associazione sportiva dilettantistica), non riconosciuta, può aderire a un contratto di associazione in partecipazione, a norma dell'articolo 2549 del Codice civile, con il ruolo di associato, e apportare capitale? In caso di risposta positiva, l’Asd può ricevere una quota di utile? Tale utile dovrebbe essere trattato come proveniente da attività commerciale?
Una cooperativa sociale, che svolge attività di scuola primaria riconosciuta, iscritta da un paio di anni al Registro unico nazionale del Terzo settore (Runts), durante l'anno incassa contributi scolastici per una cifra superiore a 10mila euro. Di tali contributi si fa menzione dettagliata nella nota integrativa depositata al Registro delle imprese, e nel rendiconto per cassa che si deposita per il bilancio sociale, vista l'iscrizione al Runts, sempre al Registro delle imprese. Poiché la cooperativa non ha un sito internet, per assolvere all'obbligo di pubblicità, è sufficiente la sola descrizione, nella nota integrativa, di tali contributi superiori a 10.000 euro?
Un'Asd ha instaurato rapporti di co.co.co con alcuni istruttori sportivi, ma non ha inviato entro il 31 gennaio 2024, tramite il Ras (Registro delle attività sportive dilettantistiche), gli Unilav sport per i compensi del 2023. Considerata la circolare 1/2024 dell'Ispettorato nazionale del lavoro, la comunicazione Unilav sport dei compensi co.co.co elargiti nel 2023 agli istruttori può essere effettuata, senza incorrere in sanzioni, anche dopo la data citata?
Un gruppo di commercianti ha costituito, con atto notarile, un centro commerciale naturale (Ccn), avente come scopo l'organizzazione di eventi per la realizzazione di animazione urbana, finalizzata alla promozione dei beni e servizi delle attività associate. A questo proposito, le attività aderenti all'iniziativa richiedono una quota di partecipazione a copertura delle spese necessarie all'organizzazione dell'evento. Considerato che il Ccn non ha scopo di lucro e che le spese sostenute, previa apposita rendicontazione, possono essere coperte, in tutto o in parte, da contributi pubblici, si domanda se l'ente in questione è obbligato alla presentazione del modello Eas (Enti associativi).
Una cooperativa sociale, iscritta al Registro unico nazionale Terzo settore (Runts), ha ricevuto dalla Camera di commercio la richiesta di pagare una multa, dovuta alla mancata presentazione - a norma dell'articolo 9, comma 2, del Dlgs 112/2017 - del bilancio Sociale anni per gli anni 2020, 2021 e 2022. Avendo totalizzato ricavi, proventi, rendite o entrate al di sotto di un milione di euro, questa cooperativa era ugualmente tenuta a presentare il bilancio sociale?
Visti l'articolo 30 del Dlgs 36/2021, la circolare Inps 91 del 10 novembre 2023 e il capo I (A (Apprendistato) del Ccnl per i Lavoratori dello sport, si chiede se, per le società sportive dilettantistiche, sia possibile assumere personale con contratto di apprendistato professionalizzante, oppure se tale tipologia contrattuale sia riservata solo alle società sportive professionistiche.
Un'associazione sportiva è composta di soli volontari, alcuni dei quali eseguono trasferte nell’interesse della stessa. In particolare, si tratta di istruttori e tecnici (che compiono spostamenti per raggiungere il luogo degli allenamenti o quello delle gare), di amministratori (con spostamenti per raggiungere la sede sociale per le riunioni del direttivo, il luogo delle gare o altre destinazioni, per missioni autorizzate legate alle attività istituzionali dell’associazione, quali assemblee federali, corsi di formazione, convegni sullo sport) e di alcuni soci (i cui spostamenti in luoghi diversi avvengono per missioni autorizzate dal presidente per motivi legati alle attività istituzionali, quali ritiro/acquisto merci o attrezzi). A questi soggetti viene riconosciuta, in caso di utilizzo dell’autovettura personale, un’indennità chilometrica per importi non superiori alle tariffe Aci, e solo per i viaggi che comportano uno spostamento dal comune in cui è situata l’abitazione del diretto interessato a comuni diversi. Questo comportamento è corretto, oppure, per amministratori e/o soci, assume qualche rilievo, ai fini della trasferta, il comune in cui si trova la sede dell’associazione?
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