Appalto Pnrr, la variante deve avere l'ok del ministero
Su un nostro cantiere, aperto in seguito a un appalto pubblico, si sono verificate alcune anomalie, per le quali si chiede se la stazione appaltante abbia violato il contratto. La prima violazione riguarda la normativa sulla sicurezza e sul contratto: la stazione appaltante ha permesso l'ingresso in cantiere a una ditta, accompagnata e in presenza del direttore dei lavori e del coordinatore per la sicurezza in fase di esecuzione (Cse), per verificare il lavoro da noi eseguito. La nostra impresa non era stata avvisata di nulla, anzi al nostro ritorno in cantiere abbiamo trovato evidenti segni di manomissioni. È un comportamento ammissibile in un appalto pubblico? Sono giustificato a chiedere la risoluzione del contratto? Inoltre, la stazione appaltante mi ha ordinato dei lavori in variante, completamente diversi dal progetto originario, che però sono stati sanati con una variante redatta un anno dopo l'inizio dei lavori. Le opere, non previste in progetto, sono state pagate nei Sal (stati avanzamento lavori) emessi. Si tratta di un appalto nell'ambito del Pnrr e la variante non è stata approvata dal ministero competente. Il comportamento della stazione appaltante è corretto?
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