Tributi locali

    La maggiorazione Imu dei Comuni in dissesto

    Nel 2022, il Comune nel quale risiedo ha deliberato l’aumento dell’aliquota massima Imu dall’1,06 all’1,14 per cento, motivandolo con la condizione di dissesto finanziario, ma in contrasto con la normativa secondo cui, per operare tale aumento, il Comune deve avere deliberato, anno per anno, una leva fiscale pari allo 0,8% in materia di Tasi negli anni compresi dal 2015 sino al 2021. Malgrado questo non sia avvenuto, il Comune non ha revocato l'incremento. Su tale argomento si è espresso il Mef (ministero dell'Economia e delle finanze), che, sul suo portale, nei «Rilievi imposta municipale propria - Imu» del 2021 (https://www.finanze.it/it/focus/Rilievi-imposta-municipale-propria-IMU), al paragrafo 7.6, intitolato «Applicazione della maggiorazione dell'Imu in mancanza del presupposto della maggiorazione della Tasi nell'anno 2015 da parte di Comune in dissesto finanziario», fa osservare che tali Comuni non sono legittimati a esercitare la facoltà di aumento dell'Imu dall'1,06 all'1,14% in mancanza della vigenza dell'aumento della Tasi nel 2015. Che cosa può fare il contribuente per contrastare quello che ritiene un palese errore dell’atto deliberativo?

    • Quesito con risposta a cura di

      Pasquale Mirto

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