Qualifica di società agricola alla prova del fotovoltaico
Una società a responsabilità limitata agricola, che coltiva cereali e produce olio, dovrebbe installare due impianti fotovoltaici a terra, che produrranno circa 3 mW. Parteciperà anche a una comunità energetica rinnovabile (Cer), che prevede il vincolo di attività prevalente diversa dalla produzione di energia elettrica. Quando saranno operativi, i due impianti produrranno ricavi molto superiori a quelli provenienti dall'attività agricola. Si chiede se questo può comportare la perdita della qualifica "agricola" con il rischio di una rettifica dell'attività prevalente esercitata in "produzione di energia elettrica". Ciò comporterebbe l'uscita dalla Cer con l'obbligo di restituzione dei contributi percepiti. È pacifico che, in base alla circolare 32/E/2009, le eccedenze (oltre i 260 kW e gli ettari di terreno posseduti) non rientrano nel reddito agrario (attività connessa). Il problema non è la tassazione, ma il mantenimento della qualifica e dell'attività identificata come "agricola". Anche la sentenza 66/2015 della Corte costituzionale ritiene comunque attività connessa la produzione di energia a prescindere dai ricavi prodotti. È corretta la qualifica di società "agricola" nel caso specifico? Rispetta l'articolo 2 del Dlgs 99/2004?
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