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10 quesiti trovati
Lavoro autonomo e partite Iva
Un architetto ha disposto il bonifico per il pagamento dei contributi 2023 Inarcassa il 30 dicembre 2023, e l’addebito in conto è avvenuto il 2 gennaio 2024. I contributi pagati sono deducibili nella dichiarazione dei redditi 2024 (relativa ai redditi 2023) o in quella del 2025 (periodo 2024)? Si chiede, in sostanza, se il chiarimento dell’agenzia delle Entrate sul rapporto tra bonifici bancari e principio di cassa vale anche per gli oneri deducibili. Nell’esempio, l’onere sarebbe deducibile nella dichiarazione 2024, indipendentemente dal fatto che l’Inarcassa certifichi il versamento nel 2024.
Un professionista ha acquistato un cellulare online del prezzo di circa 1.000 euro con pagamento a mezzo paypal a dicembre 2023. Il fornitore ha registrato l'ordine a dicembre 2023 ed emesso fattura in data 4 gennaio 2024. Si chiede se l'ammortamento del cespite decorra dal 2023 (data di pagamento) o dal 2024 (data di ricezione della fattura) .
Nel 2023 un libero professionista ha applicato il regime forfettario, emettendo e incassando fatture per 73.000 euro in relazione alla propria attività. Lo stesso soggetto ha, inoltre, emesso e incassato una fattura per 14.000 euro a seguito della vendita di beni strumentali. In totale, dunque, le fatture emesse ammontano a 87.000 euro. Questo soggetto resta in regime forfettario per il 2024? In pratica, la vendita di beni strumentali non concorre al raggiungimento del limite degli 85.000 euro, non avendo tali proventi natura di compensi?
Nel 2024, per tutti i forfettari in gestione separata, è sorto l'obbligo alla fatturazione elettronica. Mi pare, però, di avere capito che rimarrebbe esente da tale obbligo chi fattura ai clienti esteri. Poiché i miei clienti sono esclusivamente residenti all’estero, e titolari di ditte estere, chiedo all'esperto se, nel mio caso, poso essere esentato dalla fatturazione elettronica.
Un contribuente, titolare di ditta individuale e lavoratore dipendente, che opera in regime forfettario dal 2019, nel 2021 ha perso i requisiti, a causa del superamento della soglia di 30.000 euro, nel 2020, come lavoratore dipendente, Nel frattempo, nonostante il superamento, ha continuato ad operare come forfettario: parliamo di circa 1.000 euro all'anno di fatturato. Si chiede se è corretto rettificare retroattivamente tutti i dichiarativi, retrodatando anche tutte le fatture e pagando le varie sanzioni, oppure se occorre correggere solo il 2023 e attendere una richiesta da parte dell'Ufficio, che andrebbe anche a considerare il cumulo giuridico.
Abbiamo come cliente un agente di commercio che, nella sua abitazione, ha installato un impianto fotovoltaico, comprendente anche la colonnina di ricarica. Successivamente ha acquistato un’auto elettrica, che viene ricaricata tutte le sere alla colonnina di casa. Ogni due mesi il mio cliente riceve da un gestore la bolletta dell’energia elettrica consumata, oltre a quella accumulata dai pannelli solari, e vorrebbe detrarre in contabilità la cifra spesa per la ricarica dell’auto, in quanto per lui l’energia elettrica sostituisce il carburante. La bolletta che riceve, però, non distingue quanto è stato consumato per la ricarica dell’auto e quanto per l’uso domestico. Si precisa che all’interno della sua abitazione ha anche una stanza adibita a ufficio, dove svolge il suo lavoro. Come possiamo fare per portare in detrazione la spesa della bolletta elettrica per la parte usata come “carburante per autotrazione”?
Un collaboratore d'impresa familiare artigiana (parrucchiere) ha aperto, un paio di anni fa, la partita Iva individuale per fatturare delle prestazioni di lavoro autonomo saltuarie nei confronti di una emittente televisiva. La collaborazione è terminata, il soggetto in questione ha incassato tutti i compensi e nel 2024 non ci saranno prestazioni da fatturare. Quindi, si potrebbe chiudere la partita Iva a febbraio 2024. Tuttavia, attualmente la stessa persona sta seguendo il corso per l’ottenimento dei requisiti professionali per attività di parrucchiere. A inizio 2025 il titolare dell'impresa familiare dovrebbe ritirarsi e il collaboratore dovrebbe continuare tale attività da titolare, con propria partita Iva. In questa situazione, conviene mantenere aperta la partita Iva attuale, presentando dichiarazioni a zero per il 2024, e cambiare l’attività esercitata nel 2025 (da autonomo a impresa), per evitare i controlli e la richiesta di fidejussione a norma dell’articolo 15, comma 15-bis3, del Dpr 633/1972?
Un contribuente titolare di partita Iva, amministratore di una Srl di cui detiene il 51% di quote, che svolge attività con codici Ateco differenti dalla Srl, può accedere al regime forfettario oppure costituisce una causa di esclusione ?
Un contribuente con partita Iva (regime ordinario) ha percepito, nel 2023, redditi per lavoro dipendente e collaborazioni superiori a 30.000 euro. Nel 2024 questo soggetto cessa il rapporto lavoro dipendente: di conseguenza, i suoi redditi deriveranno solo da una collaborazione coordinata e continuativa (legata alla carica di amministratore di una Srl) e saranno inferiori a 30.000 euro. Questo soggetto può accedere al regime forfettario?
Un contribuente in regime forfettario che prende in affitto uno studio e lo sub loca ad altri professionisti. Come vanno considerati i redditi da sub locazione? Sono tassati come normali redditi in regime forfettario o vanno assoggettati ad Irpef?
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