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112 quesiti trovati
Diritto di famiglia
Ho avuto una figlia, che ora ha 12 anni, nel corso di una convivenza. Quando sua madre e io ci siamo lasciati, abbiamo fatto un accordo rivolgendoci a un avvocato, che l’ha poi depositato in tribunale. Oggi vivo con la mia nuova compagna e ho avuto da lei un altro figlio pochi mesi fa. La ragazza, da quando è nato il fratellino, si rifiuta di venire a casa nostra e la madre non fa nulla per convincerla a cambiare idea. Come posso fare per vedere mia figlia? Posso smettere di versare il contributo mensile se non la vedo?
Sono un anziano vedovo. Il mio unico figlio ha fatto molti errori nella sua vita, e non è riuscito a rimettersi in carreggiata, tanto che al momento non so nemmeno il suo indirizzo. Frequento assiduamente, invece, mio nipote, il figlio che lui ha avuto in giovane età e che non ha mai riconosciuto, cresciuto dalla madre con l’aiuto mio e di mia moglie. Vorrei quindi lasciare l’eredità al nipote e vorrei che fosse lui a prendere le decisioni per me quando non sarò più in grado di farlo, non avendo altri su cui contare. Come posso fare?
Con ricorso congiunto per l'affidamento e il mantenimento della figlia minore, accolto e depositato in Tribunale, il giudice disponeva, tra le altre cose, che il padre versasse alla madre, quale concorso al mantenimento della figlia e fino all'autosufficienza economica, una determinata somma. La figlia oggi è maggiorenne, frequenta l'università come studentessa fuori sede e non è autosufficiente. Il padre vuole versare il mantenimento direttamente alla figlia e le spese straordinarie alla madre, motivando la cosa nel senso che la figlia non è più convivente, ma domiciliata nella città sede universitaria. Il padre può agire così oppure occorre un provvedimento giudiziale?
Due coniugi, con sentenza di divorzio e affido condiviso della prole, hanno concordato che gli assegni familiari sarebbero spettati alla madre, collocataria prevalente dei figli, non economicamente autosufficienti. Ora, a seguito dell'entrata in vigore dell'assegno unico e universale per i figli a carico, il precedente accordo in sede di divorzio è tuttora valido, o era necessaria una ulteriore intesa tra i genitori? Inoltre, era sufficiente allegare la sentenza di divorzio, oppure era necessaria la produzione di documentazione nuova e/o ulteriore, attestante il consenso del padre?
Sono unico proprietario di un appartamento, per il quale il giudice ha disposto la revoca dell'assegnazione alla mia ex compagna, che ha deciso di andare a vivere fuori regione insieme con nostra figlia, di tre anni. A tutt'oggi, malgrado il trasferimento e la revoca dell'assegnazione, la mia ex compagna non mostra intenzione di cambiare la residenza, fissata nell'immobile in questione. Ho quindi fatto richiesta per la sua cancellazione anagrafica al Comune. Potrei mettere l’immobile in vendita o darlo in locazione, con il mobilio acquistato in comune, senza il suo consenso, considerato che ne fruisco io, adesso?
Io e mio marito abbiamo costruito una villetta bifamiliare, di cui occupiamo un appartamento. L’altro alloggio, al momento, è libero e uno dei nostri due figli ce lo ha chiesto in comodato, per iniziare a convivere con la sua compagna, che a breve darà alla luce il loro bambino. Siamo un po' titubanti perché temiamo di fare torto all’altro nostro figlio. Vorremmo sapere, in particolare, che cosa accadrebbe della casa qualora la convivenza si interrompesse.
Sono padre separato di un figlio che, pur avendo trentun anni e una laurea in tasca, non riesce a mantenere un lavoro perché risulta depresso. La mia ex moglie dice che devo continuare a versarle l’assegno per il figlio, altrimenti non ce la fa a mantenere lui nella ex casa coniugale. Chiedo dunque se sono ancora obbligato al contributo, anche perché a breve andrò in pensione e il mio reddito calerà. Sarei anche disposto a prendere il figlio con me.
Ho un fratello di mezza età, benestante ma in situazione di fragilità, tanto che gli è stato nominato un amministratore di sostegno. Ora vorrebbe sposare una giovane donna, che è stata assunta per prendersi cura di lui: può farlo?
Sono un papà separato e divorziato. Con il provvedimento di separazione, i figli sono stati affidati congiuntamente a entrambi i genitori e collocati prevalentemente presso la madre, cui è stata assegnata la casa coniugale, nella quale ella potrà vivere con i figli minori. È stato inoltre previsto a mio carico un assegno di mantenimento in favore dei figli oggi minorenni. Premesso che vi è un'altissima conflittualità tra me e la madre e che ho la piena proprietà della casa coniugale in quanto ereditata, vorrei sapere se, al compimento della maggiore età dei figli, potrò ottenere un provvedimento di riassegnazione della casa coniugale, in cui andrei a vivere con loro fino all'emancipazione economica, continuando, dunque, a mantenerli. Con la maggiore età, infatti, dovrebbero venir meno i concetti di affidamento e collocamento.
Un lavoratore dipendente che soggetto che vive ancora nella famiglia di origine versa lo stipendio sul conto corrente di famialgia, contribuendo quindi al pagamento della retta universitaria della sorella e delle rate del mutuo della casa. Questo soggetto ha diritto a un rimborso? La casa, a mutuo estinto, è stata suddivisa in tre appartamenti: uno intestato alla madre e gli altri due donati con atto notarile a ciascuno dei due figli.
Verso alla ex moglie il contributo al mantenimento dei miei due figli maggiorenni, stabilito dal giudice. Ora il più grande ha finito gli studi e sta per iniziare a lavorare, ragione per cui credo sia giusto dimezzare l’assegno. Secondo la madre, invece, sarebbe corretto che io pagassi, per il figlio più piccolo, una somma più alta di quella che corrisponderebbe alla metà dei versamenti precedenti. Chi ha ragione?
Una delle mie figlie mi ha confidato che il suo compagno - in due occasioni distinte, e alla presenza dei figli piccoli - ha alzato le mani su di lei. Io sto cercando di farle capire che deve reagire. Bastano due episodi violenti per far avere una condanna per maltrattamenti?
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