Aps: regime fiscale e contabilità dei proventi dei servizi ai soci

In base all’articolo 85 del Dlgs 117/2017 - Regime fiscale delle Associazioni di promozione sociela (Aps), «si considerano comunque commerciali, ai fini delle imposte sui redditi (...) le somministrazioni di pasti (...) le prestazioni alberghiere, di alloggi». L’articolo 143 del Dpr 917/1986 (Tuir) - il cui comma 1 dovrebbe essere ancora applicabile agli enti del terzo settore (Ets) visto l'articolo 89 ne esclude solo il comma 3) - disponde, per contro, che «per i medesimi enti non si considerano attività commerciali le prestazioni di servizi non rientranti nell'articolo 2195 del codice civile rese in conformità alle finalità istituzionali dell'ente senza specifica organizzazione e verso pagamento di corrispettivi che non eccedono i costi di diretta imputazione». Chiedo pertanto se le prestazioni di cui all’articolo 85 citato, per essere definite commerciali, devono essere effettuate direttamente dall’associazione oppure se sono da considerarsi tali anche se messe a disposizione dei soci, senza diretta specifica somministrazione, quindi fornite da terzi (ristoratori e albergatori pagati dalla Aps) come servizio ai soci. Questo anche se avviene al costo ricompreso nella quota prevista per la partecipazione a una manifestazione riconducibile all’attività di interesse generale e accessoria ai costi totali alla stessa? Sarebbe quindi corretto inserire tali costi/ricavi nella sezione b oppure nella sezione a del modello d del rendiconto?