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336 quesiti trovati
Controversie civili e mediazione
Abito al primo piano di una palazzina condominiale, dove, al piano terra, c'è un bar. Spesso i clienti del bar occupano con le sedie lo spazio antistante all'ingresso della mia abitazione, rendendomi difficoltoso il relativo accesso. Qualora - di mia iniziativa - volessi collocare alla destra e alla sinistra del mio ingresso dei vasi/fioriere per evitare che tale spazio sia occupato dagli avventori del bar, rischierei di incorrere nel reato di occupazione abusiva di suolo pubblico? Inoltre, il gestore del bar paga la tassa relativa alla concessione del suolo pubblico per la collocazione dei tavolini nell’area esterna; ma tale concessione è legittima, considerato che nell'area di collocazione dei suddetti tavolini non vi è alcuna delimitazione del marciapiede, inesistente, e che l'area in questione, sebbene si trovi nel centro abitato di un Comune, ricade lungo una strada provinciale, dove soltanto da un lato è consentita la sosta/parcheggio delle automobili?
Si chiede se l'articolo 1 del Rd 773/1931 (Testo unico delle leggi di pubblica sicurezza), per la composizione bonaria tra privati, può essere invocato anche nelle liti condominiali.
Si chiede se per un rapporto di agenzia, in presenza di un contratto solamente verbale, la comunicazione di inizio di attività con data certa a Enasarco, a cura del mandante, e il relativo versamento dei contributi da parte dello stesso possano costituire in un contenzioso la prova dell'esistenza del rapporto e superare così la mancanza dell'atto scritto.
È consentito iscrivere ipoteca su un immobile inserito in un fondo patrimoniale, a seguito di condanna al pagamento per un debito nei confronti di un dipendente di uno studio professionale? È altresì consentito l'atto di pignoramento verso l’immobile in questione?
Vivo in un appartamento in condominio. Da circa tre anni, la proprietaria dell’appartamento sottostante il mio soffre di una patologia neurodegenerativa a causa della quale ha frequenti crisi di urla che durano tre/quattro ore. Purtroppo le crisi si presentano anche di notte, per cui mi sveglio spessissimo. Ho chiesto in continuazione ai figli di questa signora - che vivono altrove - di provvedere a risolvere la situazione, ma senza alcun risultato. Anche gli altri condòmini sono disturbati da queste crisi. Che cosa posso fare per risolvere la situazione?
Nel caso di scioglimento della comunione ereditaria disposta con una sentenza, che ha condannato più coeredi al pagamento di un conguaglio in favore di altri coeredi, senza precisare che il conguaglio è dovuto da ciascun coerede solo per la sua quota, sussiste solidarietà passiva tra i condividenti tenuti al pagamento del conguaglio, dovendosi ritenere che il titolo dal quale scaturisce il loro debito è costituito da una sentenza, e non dal fatto che si tratti di un debito della massa ereditaria originaria? Oppure, il debito per il pagamento del conguaglio deve ritenersi comunque un debito ereditario che i coeredi sono tenuti a pagare ciascuno per la propria quota? Si consideri, al riguardo, che la quota spettante ai coeredi tenuti al pagamento del conguaglio in forza delle sentenza potrebbe non coincidere più con la quota originaria, spettante a ciascun erede prima dello scioglimento della comunione ereditaria disposto con la sentenza.
Anni fa ho acquistato, insieme con mio fratello, un appartamento grande, che poi abbiamo diviso in due uffici. Io ho tenuto quello piccolo e mio fratello l'altro, più grande, con la cantina, nella quale è situato il serbatoio dell'acqua che rifornisce entrambi gli uffici. Ho diritto ad avere la chiave della cantina per intervenire in caso di problemi al serbatoio, qualora nell'altro ufficio non ci fosse nessuno?
Un unico proprietario di un palazzo, in cui risiede, concede in locazione tutte le restanti unità, che sono destinate ad attività professionali. Non è costituito un condominio e non sono indette assemblee. Il proprietario-locatore amministra anche le spese comuni, rendendone conto ai vari conduttori con un foglio consuntivo del riparto, in cui risultano anche le deduzioni degli acconti. Il proprietario non si è accorto che nel 2023 il servizio di fornitura gas per riscaldamento, fino a quel momento tariffato a 0,40 euro a metro cubo, è aumentato, in base a un nuovo contratto, a 2,40 euro, ossia a sei volte il prezzo quotato di Arera (Autorità di regolazione per energia reti e ambiente). Ora egli chiede ai conduttori di integrare i versamenti periodici, salvo conguaglio. I conduttori hanno indetto un'assemblea ex articolo 10, comma 3, della legge 392/1978, invitando il proprietario a rendere conto circa le condizioni contrattuali così evidentemente sfavorevoli; egli, oltre a non confrontarsi, ha proibito ogni assemblea dei conduttori, ritenendosi esonerato da ogni personale responsabilità e disconoscendo loro ogni diritto di intervento. È legittimo il comportamento del proprietario-locatore? Sussiste un obbligo di diligenza, e, nel caso, a quali azioni potrebbero ricorrere i conduttori?
Un commercialista, che cura un contenzioso tributario al pari di un avvocato (eccetto che in Cassazione), può invocare, per la prescrizione dei compensi, l'articolo 2957, comma 2, del Codice civile, facendo decorrere il termine di prescrizione degli onorari non dal conferimento dell'incarico, ma dal momento in cui la lite è decisa? Da un punto di vista oggettivo, non intravedo al riguardo alcuna sostanziale differenza tra il legale e il professionista contabile, posto che entrambi possono curare la materia del contenzioso tributario senza limitazione alcuna, sia in primo che in secondo grado.
L'articolo 616 del Codice di procedura civile prevede che la fase di merito di opposizione all'esecuzione venga introdotta con citazione, osservati i termini a comparire ex articolo 163-bis ridotti alla metà. Quest'ultima norma, come novellata, prevede termine a comparire di 120 giorni, che viene quindi ridotto a 60 giorni in base al citato articolo 616. Nell'avvertimento da indicarsi in citazione ex articolo 163, comma 3, n. 7, del Codice di procedura civile, si dovrebbe indicare il termine per la costituzione del convenuto entro 70 giorni prima dell'udienza, come confermato dall'articolo 166 del Codice di procedura civile. Anche tale termine dev'essere ridotto alla metà (quindi 35 giorni) a norma dell'articolo 616 allorché si predispone l'atto di citazione in questione? Ove così non si faccia, e si conservi invito al convenuto a costituirsi entro 70 giorni prima dell'udienza, non vi sarebbe il tempo per il convenuto per costituirsi, giacché il termine a comparire viene ridotto a 60 giorni ex articolo 616. Riterrei congruo ridurre a 35 giorni il termine di costituzione del convenuto da indicare in citazione, ma l'articolo 166 del Codice di procedura civile è stato privato dalla Riforma Cartabia (Dlgs 10 ottobre 2022, n. 150) del suo secondo comma prima vigente, che avrebbe ciò consentito.
Un soggetto, ottantenne, è titolare del diritto di usufrutto su un immobile che viene sottoposto a pignoramento. Dato che il pignorante è molto più giovane (ha quarant'anni), il valore dell'usufrutto acquisito risulterebbe molto più elevato di quello originario, penalizzando il nudo proprietario, estraneo alla vertenze tra i due soggetti. Il quadro della situazione non può essere che questo, oppure l'usufrutto si estingue comunque con il decesso del primo usufruttuario, ossia il soggetto pignorato?
Ho due nomi separati dalla virgola e, in base alla legge (articolo 35 del Dpr 396/2000), mi pare di capire che posso firmare solo con il primo nome. Specifico che finora avevo sempre firmato con entrambi i nomi, senza mettere la virgola. Adesso ho scoperto, dall'estratto di nascita, che tra i due nomi c'è la virgola. In Comune, accorgendosi dell'errore, hanno rinnovato la carta d'identità solo con il primo nome. Visto che ho sempre firmato con entrambi i nomi - ed essi risultano sempre nel conto corrente, nei certificati di matrimonio e di laurea, nel rogito di acquisto della casa eccetera - come faccio, da oggi in poi, a dimostrare che non si è in presenza di due soggetti diversi? Quando ho presentato il nuovo documento di identità (con un solo nome) in banca, mi è stato evidenziato che il sistema potrebbe non accettarlo, visto che il conto corrente è stato aperto utilizzando i due nomi.
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