L'autotutela non blocca i termini per impugnare l'accertamento
Un contribuente nel gennaio 2017 ha percepito un mese di Naspi non spettante. Il 19 luglio 2017 l'Inps ne ha richiesto restituzione. Il contribuente chiede la restituzione delle somme in 10 rate mensili, tutte regolarmente quietanzate da parte dell'Inps. A fronte dell'accoglimento di restituzione dell'importo da parte dell'Ente, l'indennità non haconcorso alla formazione del reddito nel modello Redditi 2018. A novembre 2021 il contribuente riceve un invito alla compliance per la somma non dichiarata relativa alla Naspi restituita. Attraverso il canale Civis si trasmettono le comunicazioni ricevute dall'Inps e tutte le rate di rimborso quietanzate. L'agenzia delle Entrate non risponde. Il 26 ottobre 2022, a mezzo Pec, il contribuente riceve un avviso di accertamento con determinazione della maggiore imposta (Irpef e addizionale regionale), nonché l'irrogazione immediata delle sanzioni (articoli 7 e 12 del DLgs 472/1997). È corretto il procedimento adottato dall'agenzia delle Entrate oppure è possibile chiedere il riesame in autotutela? In questo ultimo caso su quale presupposto?
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