Bonus edilizi

    La presenza del comodatario non fa nascere il condominio

    Due coniugi sono comproprietari - per quote pari al 90% e al 10% - di un edificio costituito da due unità immobiliari residenziali sovrapposte. A inizio dicembre 2022, i coniugi cedono al padre della moglie una delle due unità immobiliari in comodato d’uso, gratuito, registrato, e, entro lo stesso mese, presentano la Cilas (comunicazione inizio lavori asseverata - superbonus) e la Scia (segnalazione certificata di inizio attività) per interventi su parti comuni e private. Il comodatario parteciperà alle spese di ristrutturazione portandole in detrazione. Per il diritto privato tale situazione non costituisce un condominio e la risoluzione 78/E/2020 va nella stessa direzione, addirittura anche nel caso di un usufruttuario (diritto reale e non personale). Un commercialista sostiene, tuttavia, che la presenza di un comodatario che parteciperà alle spese implica la nascita di un condominio di fatto. La tesi del commercialista ha un supporto normativo, giurisprudenziale o nei pronunciamenti dell'agenzia delle Entrate? Nel caso di specie, per accedere al superbonus è necessaria una delibera "condominiale" oppure no, trattandosi di edificio con "unico proprietario"?

    • Quesito con risposta a cura di

      Silvio Rivetti

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