La valutazione di un'azienda nella denuncia di successione

Un soggetto risulta legatario di un'azienda. Come dev'essere calcolato il valore della stessa, da inserire nella denuncia di successione?

Fisco

Una società a responsabilità limitata, in contabilità ordinaria, ha ceduto, a titolo oneroso e con atto notarile, l'attività di bar a un'altra società, Srl semplificata (Srls). Per tale cessione non è stata emessa fattura, tenuto conto che per "cessione di azienda" si intende la cessione del complesso dei beni materiali e immateriali componenti l'impresa e che tale operazione è fuori campo Iva, ex articolo 2, comma 3, lettera b, del Dpr 633/1972. Inoltre, la cessione è avvenuta con atto notarile, sottoposto a imposta di registro. È corretto questo comportamento?

Cessione di azienda, si paga soltanto l'imposta di registro

Nel 2020 è stata effettuata una permuta di terreni agricoli, di pari valore, tra due coltivatori diretti iscritti alla previdenza agricola. Il notaio ha applicato le relative imposte al valore della permuta (di registro, ipotecaria e catastale), una sola volta. L’agenzia delle Entrate ha accertato l’atto, chiedendo il versamento di una seconda imposta catastale nella misura dell’1% del valore, sostenendo che la stessa si versa per ogni voltura e, quindi, due volte. Il notaio sostiene che dal 2014 a seguito di una circolare dell’agenzia delle Entrate, si versa una sola volta. Chi ha ragione?

Le imposte sulla permuta di terreni agricoli tra cotivatori diretti

Ho stipulato un mutuo per l'acquisto di prima casa, fruendo delle agevolazioni under 36, con garanzia Consap del 50 per cento. La banca ha trattenuto il costo dell'imposta sostitutiva sul mutuo (pari allo 0,25% del finanziamento), mentre mi aspettavo una totale esenzione. Ho chiesto delucidazioni e mi è stato riferito che, in caso di garanzia pubblica Consap del 50 per cento, non spetta l'esenzione sull'imposta sostitutiva del mutuo. Vorrei sapere se è veramente così.

Mutui a under 36: l'esenzione dall'imposta sostitutiva

Una società vorrebbe procedere alla conservazione ottica sostitutiva dei libri sociali (per esempio, il libro delle assemblee soci e il libro delle adunanze del Cda). A tale riguardo, si chiede conferma del fatto che la conservazione digitale: 1) non richiede la vidimazione iniziale prima della messa in uso dei libri sociali; 2) richiede l’apposizione della marca temporale e della firma digitale del legale rappresentante o di un suo delegato; 3) prevede il pagamento della tassa di concessione governativa e dell’imposta di bollo, così come per i libri tenuti in formato cartaceo. Con riferimento a quest'ultimo aspetto, l'imposta di bollo sarebbe da calcolare sul numero di pagine, anche se l'articolo 6, comma 3, del Dm Economia e finanze 17 giugno 2014 prevede che l'imposta vada calcolata ogni 2.500 registrazioni o frazioni di esse? Il versamento è dovuto entro 120 giorni dalla chiusura dell'esercizio?

I criteri di conservazione dei libri sociali in «digitale»

Nel marzo scorso è venuta a mancare mia madre, che, in qualità di proprietaria al 100% dell’appartamento destinato ad abitazione principale e della relativa pertinenza, tramite testamento olografo mi ha lasciato in eredità l'intero immobile, il cui godimento spetta a mio padre come coniuge superstite. Ipotizzando un valore del bene compreso tra i 200mila e i 300mila euro, e tenendo presente che ho la residenza in un comune diverso da quello in cui si trova la casa, a quale tassazione dovrei essere soggetto?

Le imposte sulla casa in uso al padre superstite

Si vorrebbe cedere un'azienda con attività di commercio ambulante di generi alimentari su posteggi. L'azienda è stata precedentemente ricevuta per donazione dal padre. Dato che l'atto di donazione risale al 2010, (quindi non sono passati venti anni), i potenziali cessionari chiedono la retrocessione della donazione per mutuo consenso, per aver magigori garanzie. La retrocessione cosa comporta a livello fiscale? Può creare una plusvalenza tassabile?

Profili fiscali della retrocessione della donazione di azienda

In base all'articolo 19, comma 15, del Dl 201/2011, I'Ivie (imposta sul valore degli immobili all'estero) non è dovuta se l'importo non supera i 200 euro; tuttavia, nel modello Redditi Sp di una società semplice viene riportata l'imposta a debito anche se l'importo è inferiore a tale somma. Dalle specifiche tecniche sembrerebbe infatti che, a differenza del modello Redditi Pf, non vi sia una soglia di "franchigia" da indicare nella dichiarazione per le società semplici, mentre l'articolo 19, comma 15, del Dl 201/2011 prevede l'esonero dal versamento indipendentemente dal fatto che si tratti di persona fisica o di società semplice. Vorrei sapere come mi devo regolare.

Soglie di esenzione Ivie per le società semplici

Gli eredi del de cuius presentano una prima dichiarazione di successione entro i 12 mesi dal decesso. A seguito di un errore nell'indicazione delle quote di devoluzione di due fabbricati, presentano, poi, una dichiarazione sostitutiva di tipo 1 oltre i 12 mesi, ma entro l'anno successivo alla naturale scadenza. Il totale del valore dell'asse ereditario è invariato (quadro EE, rigo EE8).L'ufficio, in sede di liquidazione dell'imposta di successione, irroga, sul valore dichiarato e invariato, la sanzione del 15 per cento (equivalente a un ottavo del 120 per cento) per tardiva presentazione. È corretto?