Bonus edilizi

    Quale «sisma» sui lavori a cavallo tra 2024 e 2025

    Una Srl ha presentato, nel settembre 2023, la richiesta del permesso di costruire per ristrutturazione edilizia, ex articolo 3, lettera d, del Dpr 380/2001, allo scopo di ricostruire un edificio condominiale demolito, realizzando sei unità abitative e relative pertinenze. In sede di richiesta, è stata allegata la dichiarazione asseverata che il progetto comporta il miglioramento sismico di due classi di rischio. Il titolo abilitativo è stato ritirato a maggio 2024 e, contestualmente, sono iniziati i lavori. Al 31 dicembre 2024, sono state effettuate, e pagate, numerose opere, ma senza il completamento totale della struttura, in quanto il tetto è stato terminato a febbraio 2025; nello stesso mese del 2025, si è proceduto all'asseverazione tecnica e al collaudo della struttura, con conferma del miglioramento per due classi di rischio. La società potrà maturare crediti di imposta sismabonus 85% sui lavori effettuati e pagati nel 2024, pur in assenza di collaudo nello stesso anno? In caso di risposta negativa, essa potrà maturare ulteriori crediti, con le nuove aliquote, per gli ulteriori lavori fatti e pagati nel 2025? In ogni caso, è fatto salvo il bonus sismico 2025 per gli acquirenti?