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1126 quesiti trovati
Redditi di lavoro autonomo
Un professionista emette una fattura con sconto in fattura al 100% a un cliente. All’atto della riduzione del credito verso il cliente il professionista fornitore registrerà un credito d’imposta pari al 110% del corrispettivo ceduto, di cui il 10% quale provento finanziario. Secondo l’Oic la differenza tra il valore di iscrizione del credito tributario e il suo valore nominale dev'essere iscritta in quote costanti (e quindi riscontate), lungo il periodo di tempo in cui la legge consente di utilizzare il credito in compensazione, a conto economico nella voce "Proventi finanziari". Si chiede se anche il professionista debba riscontare tali importi oppure, in virtù proprio del fatto di essere un professionista (quindi soggetto che applica il criterio di cassa), non debba riscontare il provento finanziario ma considerarlo come reddito nell’anno della fatturazione.
Un soggetto apre una partita Iva per la prima volta, in regime forfettario, ad aprile 2023. Il suo ultimo lavoro da dipendente si è concluso con il licenziamento, a luglio 2019, per il fallimento dell'azienda. Da agosto 2019 fino all'apertura della partita Iva ha lavorato saltuariamente ed esclusivamente con prestazioni occasionali mai superare il limite annuo di 5.000 euro lordi. Il lavoro è sostanzialmente lo stesso. Tale soggetto può fruire dell'aliquota ridotta al 5 per cento?
Sia nel 2023 che nei primi mesi del 2024, un contribuente forfettario, non dipendente, ha fatturato il 100% dei suoi compensi a una società, che, nell'autunno 2024, lo assumerà a tempo pieno. Qualora dalla data di assunzione in poi dovesse fatturare ad altri soggetti, non riconducibili a tale società, datrice di lavoro, il soggetto in questione potrà rimanere in regime forfettario?
Un contribuente, che ha aperto la partita Iva nell'agosto 2022 e, avendo tutti i requisiti, ha aderito al regime forfettario, con aliquota agevolata al 5 per cento, ha variato il codice Ateco a febbraio 2023. Si chiede se, a seguito di tale variazione, il contribuente possa comunque continuare a beneficiare dell'aliquota del 5% fino al compimento del quinquennio.
Sono socio di una Snc che sta per chiudere. Avrei intenzione di continuare a lavorare nello stesso settore, aprendo una mia partita Iva con lo stesso codice Ateco della Snc. Chiudendo la società entro la fine dell'anno e aprendo la partita Iva dopo la chiusura della Snc, ma comunque entro il 31 dicembre 2024, nel 2025 rientrerei nel regime forfettario? Il dubbio nasce dal fatto che manterrei lo stesso codice Ateco.
Considerato il limite posto dall'articolo 1, comma 57, lettera d-ter, della legge 190/2014, per la permanenza nel regime forfettario, si chiede se un soggetto che, nel corso del 2023, è stato assunto come dipendente a tempo indeterminato, e di conseguenza ha percepito un reddito lavoro dipendente per un periodo inferiore all'anno, deve ragguagliare ad anno tale reddito per verificare se può restare nel forfait.
Sono un professionista senza Albo in regime forfettario, iscritto alla gestione separata Inps. Dichiaro un reddito lordo (al rigo LM34 del modello Redditi) costituito dai compensi conseguiti più il contributo Inps del 4 per cento. Nel quadro LM, al rigo LM35, deduco i contributi previdenziali versati nell'anno di riferimento. Vorrei sapere se tali contributi sono da considerare per intero oppure se devo sottrarre il 4% di rivalsa che applico nelle fatture emesse ai clienti.
Un medico è lavoratore autonomo forfettario e svolge servizio di guardia medica, nel territorio del Comune ove ha sede tale servizio e in quello di altri Comuni limitrofi. L'indennità chilometrica percepita da questo soggetto è imponibile ai fini Irpef?
Un pensionato e libero professionista, ad aprile 2024 chiude la partita Iva e cessa l'attività che poi decide di riprendere riaprendo la partita Iva nel luglio successivo. Quali saranno gli adempimenti relativi all'Iva e alla dichiarazione dei redditi che dovrà affrontare il contribuente? Due dichiarazioni Iva e due quadri RE?
Un contribuente ha svolto un tirocinio formativo extracurriculare di inserimento-reinserimento lavorativo, terminato nell'anno 2024, per il quale ha percepito una indennità di partecipazione. Questo soggetto vuole, ora, aprire una partita Iva come agente di commercio, con contratto di agenzia per la stessa azienda per la quale ha svolto il tirocinio, e che sarà il suo unico cliente. Si chiede se il contribuente può accedere al regime forfettario e se può fruire dell'aliquota ridotta del 5 per cento.
Anche nel reddito da lavoro autonomo, le spese sostenute in nome e per conto del cliente, e a questi riaddebitate per lo stesso importo, non formano materia imponibile e sono escluse da Iva, ex articolo 15 del Dpr 633/1972. Possono rientrare in questa categoria le spese sostenute, ad esempio, dal commercialista su una piattaforma dedicata alle professioni tecniche, in cui il professionista è l'utente che richiede il servizio a suo nome, e paga per ottenere certificati, estratti eccetera, riferiti alle posizioni dei propri clienti, di cui egli si serve per le pratiche svolte per loro conto? Sembrerebbe che queste spese non possano dirsi «sostenute in nome del cliente», in quanto il titolare del servizio è il professionista, e la fattura o la ricevuta di pagamento verrà emessa a suo nome. È corretto? Come conseguenza, avremmo l'imponibilità fiscale e previdenziale dell'importo riaddebitato, anche in assenza di ricarico.
Un commercialista, iscritto alla Cassa professionale, intende effettuare il riscatto previsto dall'articolo 14-bis del regolamento unitario. Si chiede se tale riscatto può essere dedotto come onere previdenziale, senza limiti di importo.
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