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330 quesiti trovati
Edilizia e Urbanistica
Ho acquistato una villetta a schiera che ho scoperto essere senza vespaio, vale a dire senza un vano isolante; infatti, è umidissima. L'impresa edile che eseguirà il lavoro sostiene che non è necessario fare alcuna pratica edilizia in Comune. È corretto? Inoltre, si tratta di una ristrutturazione che permette di fruire del bonus mobili?
Ho inoltrato al Comune una Scia (segnalazione certificata di inizio attività) per il cambio d'uso di un locale in centro storico: si tratta di un antico ex negozio, che intendo fondere all'altro locale adiacente, accatastato come abitazione, ottenendo così un bilocale residenziale. Le opere consistono nella riapertura di una porta interna di collegamento murata e nella posa dei serramenti sostitutivi in facciata. Il Comune pretende gli oneri di urbanizzazione, poiché accediamo alla manutenzione straordinaria, non considerando il declassamento da commerciale all'inferiore grado del residenziale. Preciso che ho acquistato un box auto proprio per soddisfare il requisito del parcheggio obbligatorio, a norma della legge 122/1989. A quali altri standard devo ottemperare? Devo pagare gli oneri come nuova costruzione per il cambio d'uso, oppure il declassamento è ovvio e mi tutela dall'onerosità?
Un ingegnere civile, non certificatore antincendio, ha presentato, per lo stabile in cui vivo, il progetto di un nuovo impianto antincendio al comando dei Vigili del fuoco, che ha espresso parere favorevole. Considerato che la domanda per il rilascio del certificato prevenzione incendi (Cpi) dev'essere presentata da un ingegnere certificatore antincendio, si chiede se anche la direzione lavori (per l'installazione di porte tagliafuoco "Rei", idranti, estintori, rilevatori di fumo eccetera) debba essere assunta dallo stesso, oppure se è sufficiente un tecnico non abilitato come certificatore impianti antincendio.
Nel condominio in cui risiedo sono in corso lavori sulla facciata, agevolati con il relativo bonus. La cartellonistica obbligatoria di cantiere era originariamente incompleta e poco leggibile e, successivamente, è stata sostituita con un altro cartellone completamente vuoto, senza alcuna indicazione. Pertanto ho provveduto alla segnalazione a mezzo Pec (posta elettronica certificata) all'amministratore condominiale, invitandolo a provvedere. L'amministratore mi ha risposto di avere inoltrato il mio invito al direttore dei lavori, ma a oggi sono trascorsi alcuni mesi, senza alcun esito. Come procedere per risolvere la situazione ed evitare le sanzioni previste, per casi del genere, a carico del condominio?
L'ampliamento di un appartamento su parte dell'androne della scala costituisce parziale cambio di destinazione d'uso e, quindi, influisce sulla volumetria consentita? Di quale titolo abilitativo necessita questo intervento?
In seguito a una causa civile inerente alla rideterminazione dei confini tra il mio fondo e quello del vicino, sono stato condannato ad arretrare il muro di recinzione da me realizzato sulla linea di confine precedentemente esistente, cedendo la porzione di terreno indebitamente occupata. Non avendo intenzione, al momento, di rifare il muro, e intendendo limitarmi alla sola demolizione, chiedo se è comunque necessario un titolo abilitativo edilizio.
Nel 2010 è stata ottenuta licenza edilizia, in base alla legge Tognoli (n. 112/1989), per la costruzione di un'autorimessa interrata. Una parte di questa autorimessa è posta sotto il fabbricato esistente, e l'altra parte si trova sotto l'area pertinenziale. Nella realizzazione, la porzione posta sotto il fabbricato è stata ampliata rispetto a quanto previsto dal progetto autorizzato. È possibile chiedere una sanatoria? In caso affermativo, qual è la procedura da seguire e quali sono le relative sanzioni?
Abito in un condominio di 12 appartamenti e sul tetto abbiamo installato la "linea vita" già da diversi anni. La ditta che l'ha installata insiste nel voler eseguire la manutenzione ogni due anni, a costi non esattamente convenienti. Tutte le ditte installatrici della linea vita raccomandano la manutenzione periodica (chi annuale, chi biennale o quadriennale), ma io non sono riuscito a trovare una normativa regionale o nazionale che imponga l'obbligo e la tempistica della manutenzione. Alcuni nostri manutentori, antennisti e idraulici, hanno utilizzato la linea vita senza chiedere alcuna certificazione, sostenendo che per loro vale la prova di tenuta prima di cominciare i lavori. Qual è il parere dell'esperto?
Sono proprietario di uno scantinato (autorimessa), accatastato C/6. Dopo cinquant'anni scopro casualmente l'esistenza di un abuso edilizio, perché nella planimetria catastale depositata dal costruttore è disegnato un muro parallelo ai confini del locale, costituiti da terrapieni, avente la funzione di formare una intercapedine in realtà mai esistita. Vorrei sapere che cosa devo fare per sanare l'abuso.
Sono proprietario di un'ex casa colonica ristrutturata e non più asservita al terreno circostante, sul quale l'attuale proprietario intende avviare la costruzione di un impianto fotovoltaico a terra. La normativa attuale sembra consentiglielo, e così la mia casa verrebbe circondata, su tre lati, da pannelli fotovoltaici. È possibile che la normativa non tuteli le abitazioni private da questa tipologia di impianti? Posso oppormi in qualche modo o, comunque, ottenere un risarcimento per il deprezzamento dell'immobile? Ci sono opere di mitigazione dell'impatto visivo che il Comune può imporre?
Nel mio appartamento devo effettuare alcuni lavori di ristrutturazione. Essi coinvolgeranno un’impresa, che si occuperà della diversa distribuzione degli spazi interni, compreso il rifacimento dell'impianto idraulico ed elettrico, un lavoratore autonomo, che si occuperà delle portefinestre in pvc, e una Srl unipersonale, che si occuperà delle porte interne. Vorrei sapere se devo trasmettere all'Unità sanitaria locale e alla Direzione provinciale del lavoro territorialmente competenti la notifica preliminare, come disposto dall’articolo 99 del Dlgs 81/2008.
Un edificio è composto da due unità, accatastate separatamente e intestate a due diversi soggetti. Al piano terra c'è una cantina rurale, adibita a conservazione del vino in botti di legno, mentre il primo piano è adibito ad abitazione (si tratta di una seconda casa). Dovendo procedere al rifacimento del tetto, che presenta infiltrazioni di acqua piovana ed è infestato da topi, il professionista che si occupa della parte burocratica ha riferito che, per iniziare i lavori, la domanda di inizio attività dev'essere corredata dalla firma di entrambi i proprietari. Dato che il proprietario della cantina si rifiuta di firmare e di partecipare alle spese, vorrei sapere come procedere per iniziare i lavori. È possibile costringere l'altro proprietario a partecipare alla spesa e, soprattutto, a porre la firma necessaria per presentare la Scia (segnalazione certificata di inizio attività)?
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