Anche chi lavora «da remoto» ha diritto al buono pasto
Sono stato dipendente di un ente locale fino al 31 dicembre 2022 (data delle dimissioni volontarie). Nel corso del 2020 e del 2021, durante l'emergenza sanitaria per il Covid, ho prestato attività lavorativa in modalità "agile" (da casa) senza l'erogazione del buono pasto. Con il parere del 16 gennaio 2023 (Cfl204), l'Aran (Agenzia per la rappresentanza negoziale delle pubbliche amministrazioni) «ritiene che nel caso di lavoro da remoto, comportando questo un vincolo di tempo e di luogo, sia riconoscibile il buono pasto». Attualmente non lavoro e mi chiedo se posso ottenere dal Comune per il quale lavoravo la somma corrispondente ai buoni pasto che non mi sono stati riconosciuti.
Quesito con risposta a cura di
Massimo Sanguini
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