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16035 quesiti trovati
Se si acquista dall'impresa, bonus a partire dall'anno di fine lavori
A dicembre 2023 ho acquistato un appartamento da un'impresa che aveva ristrutturato l'intero edificio e pertanto rientravo nei benefici previsti dall'articolo 16-bis, comma 3, del Tuir (Dpr 917/1986), ma a oggi non si è ancora arrivati alla fine lavori. Vorrei sapere a quali benefici posso attingere se la fine lavori definitiva ci sarà entro la fine del 2025 oppure entro il 2026?
Se paga il comproprietario non convivente con il disabile
Per consentire la mobilità di mia mamma disabile, vorrei acquistare e installare nelle scale condominiali un montascale. La spesa sarà da me interamente sostenuta, con fattura intestata a mio nome e pagamento tramite bonifico parlante. In qualità di comproprietario dell’immobile, ma non convivente con mia madre, essendo il soggetto che sostiene la spesa posso beneficiare della detrazione Irpef prevista dall’articolo 16-bis del Tuir (Dpr 917/1986) per interventi di eliminazione delle barriere architettoniche (bonus del 75 per cento) per l'intera spesa e fruire dell’Iva agevolata al 4 per cento?
Così cessa l'attività la società in contabilità semplificata
Una società in contabilità semplificata ha in corso l'affitto d'azienda e l'affitto di tutti gli immobili. Dato che vuole assegnare o cedere in maniera agevolata questi ultimi, può procedere a chiudere l'affitto d'azienda, cedere le attrezzature obsolete e assegnare gli immobili entro il 30 settembre 2026 per poi cessare l'attività? Ha l'obbligo di ricostruire il bilancio e di avere capienza delle riserve?
Zes, la certificazione del revisore nel quadro E della comunicazione
A chi e come dev'essere inviata la relazione del revisore relativa agli investimenti che posso friore della credito d'imposta "Zes iunica"?
Se la decadenza dal Cpb riguarda la Sas trasformata in corso d'anno
Una Srl ha aderito al Cpb (concordato preventivo biennale) per il biennio 2024-2025. Nel dicembre 2024 ha deliberato la trasformazione in una Sas che è stata iscritta nel registro imprese il 7 gennaio 2025. Pertanto nel 2025 avremo due periodi di imposta, uno che va dal primo al 6 gennaio, per il quale predisporre il modello Redditi Sc, l'altro dal 7 gennaio al 31 dicembre, per il quale predisporre il modello Redditi Sp. L'agenzia delle Entrate ha chiarito che il Cpb non cessa e quindi il reddito concordato va proporzionalmente suddiviso tra i due periodi. Tuttavia a novembre 2025 viene ampliata la compagine societaria e tale evento è da considerarsi una causa di cessazione del Cpb. Tale causa però è relativa soltanto al Cpb della seconda frazione, quella relativa alla società di persone, oppure coinvolge l'intero 2025, e quindi anche il reddito dei sei giorni della Srl?
Modello Eas mai inviato: le sanzioni sono inevitabili
Un’associazione culturale non riconosciuta, costituita da alcuni anni, è sempre rimasta totalmente inattiva sotto il profilo finanziario e operativo. L’associazione non ha mai intrattenuto rapporti economici, non ha percepito contributi o quote associative, né sostenuto spese o aperto conti correnti. In un'ottica di attivazione delle attività associative, e di corretta gestione futura, si vorrebbe ora procedere alla presentazione del modello Eas. Considerato che l’associazione non ha mai posto in essere attività di rilevanza fiscale e non ha mai fruito di alcuna agevolazione o regime speciale, si ritiene che l’adempimento possa essere eseguito senza versamento della sanzione prevista per la remissione in bonis (pari a 250 euro), non configurandosi, di fatto, una violazione sostanziale, né un ritardo in un obbligo mai concretamente sorto. Si chiede, quindi, se, nel caso di specie, la presentazione tardiva del modello Eas possa essere effettuata senza versare la sanzione citata.
Se c’è stata perdita effettiva l'aiuto Covid non si restituisce
Sono agente di commercio dal 1991. Ad aprile del 2020, le mie vendite sono diminuite dell'81% rispetto all'aprile 2019; ho, quindi, chiesto e ottenuto il contributo, legato all'emergenza Covid, proposto dal Governo (articolo 25 del Dl 34/2020, recante «Misure urgenti in materia di salute, sostegno al lavoro e all'economia, nonché di politiche sociali connesse all'emergenza epidemiologica da Covid-19»). Normalmente, emetto la fattura entro i primi 15 giorni del mese successivo alle vendite, perché le aziende mandanti devono avere il tempo di effettuare i conteggi. Così feci anche nel 2020: a maggio, fatturai le provvigioni relative alle vendite effettuate nel mese di aprile. A distanza di quattro anni, l'agenzia delle Entrate mi chiede la restituzione dell'importo percepito, maggiorato di interessi, e il tutto raddoppiato a causa della sanzione. Chiedo all'esperto se è una richiesta fondata, dal momento che la diminuzione delle vendite relative al mese di aprile supera abbondantemente la quota del 33,3 per cento, che il decreto prevedeva come diminuzione minima per poter accedere al ristoro. La motivazione che viene addotta è che nei corrispettivi del mese di aprile (provvigioni riferite alle vendite di marzo) si evidenziava una diminuzione del 31,5% rispetto al 2019 e, quindi, non avevo diritto al contributo. Tuttavia, è nel mese di aprile 2020 che ho venduto l'81% in meno rispetto all'aprile 2019, e il ristoro era previsto per il calo di vendite di aprile, che ho fatturato a maggio.
Zes, entro il 2.12.2025 il revisore attesta solo la «realizzazione»
Le imprese devono presentare una comunicazione integrativa, tra il 18 novembre 2025 e il 2 dicembre 2025, per attestare l’avvenuta realizzazione degli investimenti entro il termine del 15 novembre 2025. Per "realizzazione" si intende la consegna del bene e non l'avvenuto pagamento della fattura. All’interno della comunicazione integrativa, i soggetti interessati devono allegare gli estremi delle relative fatture elettroniche e gli estremi della certificazione (rilasciata dal soggetto incaricato della revisione legale dei conti) circa l'effettivo sostenimento delle spese ammissibili, che devono corrispondere alla documentazione contabile. Al revisore spetta verificare il sostenimento della spese e quindi che sia stata effettivamente pagata la fattura? Ciò entrerebbe in contrasto con quanto previsto dalla norma, che prevede che entro il 15 novembre debbano essere realizzati gli investimenti e non pagati. Entro quando va saldata la fattura per investimenti - effettuati entro il 15 novembre 2025 - arrivata sul Sistema di interscambio entro la medesima data?
ll versamento ante notifica salva dall'accertamento Imu
In data 2 settembre 2025, un ente locale ha emesso un avviso di accertamento Imu per l'anno 2020, che è stato notificato al contribuente il 30 settembre 2025. Nel frattempo, e precisamente il 25 settembre 2025, il contribuente aveva provveduto al pagamento dell'Imu 2020, avvalendosi dell'istituto del ravvedimento operoso. Si chiede se - a fronte della presentazione del contribuente dell'istanza di autotutela - è legittimo l'annullamento dell'avviso di accertamento, dal momento che la notifica dell'atto è avvenuta successivamente al pagamento dell'imposta.
Per sfruttare i crediti in F24 il datore anticipa gli stipendi
Un'azienda ha un credito d'imposta (transizione 5.0) maturato nel 2025, che vorrebbe utilizzare entro il 31 dicembre 2025, per evitare di riportarlo in cinque anni. A tal fine, dato che l'azienda ha 100 dipendenti e chiude per ferie dal 20 dicembre 2025, dopo avere erogato la tredicesima mensilità, è possibile - elaborando anticipatamente i cedolini paga di dicembre - compensare, nel modello F24 di competenza di dicembre, prima del 31 dicembre 2025?
Cpb, la possibile decadenza legata a costi indeducibili
Un’impresa ha aderito al concordato preventivo biennale (Cpb) per il 2024-2025. In sede di accertamento, l’Amministrazione finanziaria contesta costi indeducibili relativi al 2023, per un importo inferiore al 30% dei ricavi dichiarati nel 2023, ma superiore al 30% del reddito relativo allo stesso anno. Si chiede se, nel caso descritto, l’impresa decade dal Cpb.
Il credito 4.0 non concorrere alla riduzione delle perdite riportabili
Nell’ambito dei controlli sulle perdite fiscali ex articolo 84 del Tuir (Dpr 917/1986), i contributi Covid-19 sono considerati proventi esenti, con conseguente riduzione della perdita riportabile. Vorrei sapere se analogo principio possa applicarsi anche ai crediti d’imposta “Industria 4.0”. In particolare, la Corte di giustizia tributaria di Trento (sentenza 492/1/24) ha ritenuto che anche i crediti d’imposta previsti da leggi speciali, come il credito Ricerca e Sviluppo, possano rientrare tra i proventi esenti ex articolo 84, comma 1, terzo periodo del Tuir. Si chiede pertanto se, in assenza di un’espressa esclusione normativa, anche i crediti d’imposta “Industria 4.0”, detassati ai fini Ires e Irap, debbano comportare la riduzione della perdita fiscale riportabile.





