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22 quesiti trovati
Enti del terzo settore
Un Fan club di una squadra di calcio ha intenzione di costituire un'associazione e prendere in locazione un locale dove i soci possano riunirsi, vedere le partite, organizzare le trasferte e, in generale, fare vita associativa. Tra gli iscritti, ci sono diversi imprenditori, disposti a sovvenzionare l'associazione anche tramite pubblicità della stessa (cartellonistica, gadget, pubblicità sui social). Per il 2024 è ancora applicabile il regime della legge 398/1991 alle associazioni non sportive (non esercitando pratica sportiva, il club non è affiliato ad alcun ente sportivo) oppure si deve far riferimento al Codice del terzo settore (Dlgs 117/2017)? Lo stesso è in attesa di autorizzazione comunitaria? Se fosse già in vigore, occorre l'iscrizione al Registro nazionale terzo settore (Runts) come associazione "generica"? Si possono applicare le percentuali di redditività di cui all'articolo 80 della legge 398/1991? Ai fini Iva, invece, sulle operazioni commerciali (pubblicità - sponsorizzazioni) si versa la stessa detraendo l'Iva sugli acquisti afferenti? Oppure, rispettando i limiti, si può rientrare nella legge190/2014 (di Stabilità per il 2015) senza applicazione dell'Iva come se si fosse un'associazione di promozione sociale (Aps)?
Un'associazione svolge l'attività di tenuta di corsi di aggiornamento operativi per gli artigiani del settore. I corsi vengono svolti a fronte di un costo di iscrizione che viene fatturato, per una cifra annua di circa 10-15mila euro. L'associazione - non riconosciuta e non iscritta in alcun registro - da anni applica il regime di cui alla legge 398/1991. Fino al 2023 ha sempre versato l'Iva sulle fatture emesse forfettariamente, nella misura del 50 per cento, e ha considerato imponibile ai fini Ires il 3% dei ricavi. Dal 2024 tale associazione non può più applicare il regime forfettario /ex legge 398/1991), per cui si chiede come si dovranno determinare l'Iva e l'imponibile reddituale.
Un ente del terzo settore (Ets), operante nel settore dei servizi educativi e dei servizi per anziani in varie strutture sul territorio, fattura prestazioni esenti Iva, ex articolo 10 del Dpr 633/1972. Essendo sopravvenuta la necessità di ampliare e qualificare con specifiche professionalità alcune attività, sempre nel medesimo settore, l'ente procede a sottoscrivere un contratto di appalto per affidamento di servizi con una Srl, impresa sociale, con oggetto sociale funzionale. La fatturazione da parte dell'impresa appaltatrice verso i clienti sarebbe in esenzione Iva, mentre dal committente (ente del terzo settore) all'impresa appaltatrice (impresa sociale) la fatturazione - per la natura del rapporto contrattuale - sarebbe imponibile, con Iva al 22 per cento. È corretta questa impostazione?
Un'associazione culturale intende iscriversi al Runts come Aps (associazione di promozione sociale) per l’esercizio dell’attività di cui all’articolo 5, lettere d), i), l) del Dlgs 117/20107 (Codice del terzo settore-Cts), proseguendo in sostanza le medesime attività (asilo e istruzione primaria parentale per i famigliari dei soci ma con aggiunta di laboratori didattici aperti anche a terzi). Quale regime Iva verrà applicato alle tre attività nell’anno 2023? Esenzione ex articolo 10, comma 1, numero 20 del Dpr 633/1972? L’articolo 85, comma 1, del Cts, con la decorrenza di cui all’articolo 104, comma 2, del Cts vale anche ai fini Iva ed esclude, quindi, da Iva le attività di istruzione parentale e asilo effettuate verso i famigliari dei soci e assoggetta a Iva i corrispettivi percepiti per laboratori a favore di non soci? Oppure si applica, sempre con la decorrenza di cui all’articolo 104, comma 2 del Cts, l’articolo 3, comma 3, del Dpr 633/1972, escludendo quindi da Iva le attività di istruzione parentale e asilo effettuate verso i famigliari dei soci e assoggettando a Iva i corrispettivi percepiti per laboratori a favore di non soci? Dal 2024 varrà in ogni caso l’esenzione da Iva di cui all'articolo 10, comma 4, del Dpr 633/1972 per tutte le tre tipologie di attività (asilo e istruzione primaria parentale a famigliari e laboratori aperti a tutti)?
Una associazione sportiva dilettantistica (Asd) che ha ottenuto contributi a fondo perduto dal Dipartimento per lo Sport negli anni 2020 e 2021 (bonus locazioni e altri bonus forfettari) ex articolo 217 del Dl 34/2020 e articolo 10 del Dl 157/2020, deve presentare l'autodichiarazione "Aiuti Covid" in scadenza il 30 novembre 2022?
Commercio e artigianato
Vorrei aprire un'attività di baby parking. Ho ragione nel ritenere che, in assenza di disposizioni regionali specifiche, tale attività rimane soggetta alla sola Scia (segnalazione certificata di inizio attività) comunale e non all'autorizzazione del piano di zona, come per le ludoteche?
Incentivi
Per il bonus del portale ristorazione va dichiarato, tra l'altro, che l'impresa richiedente «non era in difficoltà (ai sensi del regolamento generale di esenzione per categoria) al 31 dicembre 2019 e/o che ha incontrato difficoltà o si è trovata in una situazione di difficoltà successivamente, a seguito dell’epidemia di Covid-19». Ma l'Unione europea, ai fini dell'erogazione degli aiuti alle imprese italiane, ha indicato che tale norma risulta "sospesa" fino al 31 dicembre 2020.Quindi, nel caso di un'azienda che rientra nella definizione di "impresa in difficoltà" al 31 dicembre 2019, può la stessa chiedere il contributo, fatti salvi tutti gli altri parametri necessari? Oppure si configura una responsabilità penale per falsa dichiarazione da parte del legale rappresentante?
Una Srl ha avviato l'attività di una unità operativa locale nel 2018. Nel 2019, a settembre, ha aperto una seconda attività nello stesso comune, e a dicembre ne ha aperta una terza. Nel 2020 ne ha chiusa una. Il fatturato della società complessivamente non è variato, ma la singola unità produttiva ha registrato un calo di quasi il 50 per cento.Ci si chiede se la società ha diritto ad accedere alla misura del bonus ristoranti potendo dimostrare il calo marzo-giugno sulla singola unità locale, oppure se questo non è possibile in quanto il calcolo dev'essere complessivo.
Una società con codice Ateco 32.12.10 (fabbricazione e commercio articoli argenteria) ha un punto vendita (negozio al dettaglio aperto al pubblico) nella propria sede, ubicata in zona A nel Comune di Milano. Può chiedere il contributo a fondo perduto per attività economiche e commerciali nei centri storici, previsto dall'articolo 59 del Dl 104/2020?
Una società ha aperto la propria attività di ristorante nella sede legale a settembre 2018. Ha poi aperto una sede secondaria ad agosto 2019 (che successivamente ha chiuso ai primi del 2020) e un'altra unità ancora a dicembre 2019. Tutte le sedi si trovano nello stesso Comune e svolgono attività di ristorante.Nel quadrimestre marzo-giugno il locale sito nella sede legale ha fatto registrare un calo di fatturato ben superiore al 25 per cento, ma nel complesso - considerando anche l'attività aperta a dicembre 2019 - la società non ha subìto cali.In questa situazione, alla luce della riduzione di fatturato in una singola unità, si può chiedere il bonus ristorazione?
Vorrei notizie sul contributo a fondo perduto previsto dall'articolo 59 del decreto Agosto, Dl 104/2020.
Un albergo situato nel centro di Firenze può fruire, in presenza delle condizioni richieste, del contributo a fondo perduto previsto dall'articolo 59 del decreto Agosto (Dl 104/2020) o lo stesso è riservato a negozi e ristoranti?
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