Spese per trasferte all'estero assoggettabilità Iva
Un Ingegnere residente in Italia collabora costantemente con una società di costruzioni con sede in Francia che ha lavori in varie parti del mondo. Il professionista presta consulenza generica in tema di promozione, sviluppo, commercializzazione delle tecnologie, coordinamento dei rappresentanti commerciali, gestione degli obiettivi finanziari, gestione dei gruppi di lavoro, assistenza tecnica, ecc. L'operazione, ai fini Iva, rientra tra i rapporti B2b ed è disciplinata dagli articoli 7-ter e 21, comma 6-bis, lettera a del Dpr 633/1972; nonché dagli articoli 20 e 21 del Regolamento Ue 282/2011. L'ingegnere espleta la sua attività prevalentemente dal proprio ufficio italiano (tramite internet, telefonia) ed una settimana al mese si reca presso la sede francese. Ci si chiede se le spese per la trasferte in Francia, riaddebitate analiticamente al committente (pedaggi autostradali, vitto, tariffa Aci per uso auto propria, ecc.) sostenute pro-quota in territorio italiano, vadano assoggettate ad Iva del 22%, oppure possano essere escluse dal tributo in forza dell'articolo 12 del Dpr 633/1972. Ad oggi, a titolo cautelativo, vengono addebitate con IVA.
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