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191 quesiti trovati
Tutela del consumatore
Ho effettuato l'acquisto di alcuni titoli multiviaggio, ognuno valido cinque corse. Successivamente l'azienda di trasporto ha deciso autonomamente l'aumento delle tariffe e ora, per questi titoli, viene consentita l'obliterazione di sole quattro corse. Essendo i titoli in questione ancora entro la data di scadenza espressamente indicata nel titolo stesso, si chiede se è lecito ottenere, dietro consegna di questi titoli, la restituzione della somma spesa, considerato che essi non permettono più di fruire del numero di corse già pagato, al prezzo della tariffa allora in vigore, e che comunque sono ancora in corso di validità.
La lavatrice che ho recentemente acquistato è dotata di una spina elettrica di tipo tedesco (16 Ampère). Il mio impianto elettrico di casa non dispone di questo tipo di prese (tipologia P30), ma di prese di tipologia P11, comunemente diffuse in Italia, idonee comunque a gestire un carico di 16 Ampère. Ho pensato di sostituire la spina di tipo tedesco della nuova lavatrice con una normale spina italiana a tre punte da 16 Ampère, ma temo che, effettuando questo intervento, la garanzia legale da parte del rivenditore decada. Tale intervento, peraltro, non influisce sul funzionamento dell’elettrodomestico né altera le condizioni. Qual è l'opinione dell’esperto?
Essendo venuto a conoscenza nell'aprile 2023 che il Servizio elettrico nazionale (Sen) aveva chiuso il mio contratto (attivato per adempiere alle normative del 110 per cento) e che lo aveva trasferito a un altro fornitore di cui non mi sono state date le coordinate (in ottemperanza alla legge sulla privacy), ho provveduto - dopo una settimana circa - a chiudere il contatore con l'aiuto di un elettricista e comunicare al Sen i consumi fino a quella data, con la preghiera di chiudere definitivamente il contratto. Stessa comunicazione è stata data tre giorni dopo, quando ho capito quale era il nuovo fornitore. Quest'ultimo - nonostante numerose comunicazioni tramitedi Pec in cui rivendicavo la mia autonomia nella scelta dei fornitori mettendo in evidenza che sia Sen che il nuovo fornitore avevano disatteso la legge sulla privacy e l'articolo 3 della Costituzione, vendendo/cedendo il mio contratto senza mia autorizzazione e senza considerare il contratto da me firmato con il Sen - ha continuato a inviarmi fatture di "non consumo" (a testimonianza della mia prima Pec con la quale ho comunicato che non avrei attivato nessun contratto). Arera non può vendere il mio contratto perchè è un regolatore; io d'altro canto ho sempre scelto i fornitori in autonomia. Cosa ne pensa l'esperto?
Molti tabaccai, rivenditori di abbonamenti a mezzi pubblici, non accettano pagamento con il Pos (point of sale). Possono farlo o sarebbero obbligati ad accettare i pagamenti tramite la modalità citata?
Il mio fornitore di gas sostiene di aver comunicato, a mezzo posta, la modifica unilaterale delle condizioni economiche del contratto. Non avendo mai ricevuto tale comunicazione, all'arrivo della prima fattura con la nuova tariffa, ho fatto formale reclamo e ho chiesto il ricalcolo sulla base della tariffa precedente sospendendo il pagamento della fattura. Il mio reclamo non avuto esito. Nel frattempo si è instaurato un tentativo di conciliazione, anch’esso con esito negativo. Ho cambiato fornitore e il vecchio fornitore mi ha messo in mora con minaccia di far applicare il cmor (corrispettivo di morosità) a causa di alcune fatture non ancora pagate. È seguita formale diffida e contestualmente ho proposto il pagamento delle fatture sospese secondo la precedente tariffa. Non avendo ricevuto risposta, a distanza di settimane, chiedo se per tutelare i miei diritti, devo necessariamente rivolgermi al giudice di pace. I fornitore non dovrebbe dimostrare che effettivamente ha inviato la citata comunicazione?
Il mio gestore telefonico, dopo avere disattivato il servizio per la chiavetta internet, ha continuato ad addebitarmelo per più di un anno. Quando me ne sono accorto ho chiesto il rimborso, che, tuttavia, ancora non mi è stato riconosciuto, nonostante ripetute telefonate al servizio clienti e segnalazioni tramite pec, peraltro rimaste senza risposta. Che cos'altro devo fare per risolvere il problema?
La società distributrice di energia elettrica richiede sempre il versamento di un importo per l'apertura di pratiche di "spostamento impianto" (importo previsto dall’articolo 33 dell’allegato C alla delibera dell’Autorità di regolazione per energia reti ambiente 568/2019/R/eel, a garanzia delle attività di progettazione e sopralluogo). Qualora lo spostamento fosse a suo carico, l'importo dovrebbe essere restituito. Nel mio caso (riguardante un vecchio palo ormai scollegato dalla rete elettrica, ma lasciato installato in un terreno agricolo), il tecnico che ha effettuato il sopralluogo ha confermato che il lavoro di rimozione è a carico dell'azienda, ma da quel momento sono in attesa di un rimborso, e nessuno sa dirmi quando arriverà, dal momento che l'azienda afferma che non esistono termini di legge specifici. Vorrei sapere se è davvero così.
L'agenzia di viaggi mi ha annullato un viaggio in Libano e vuole rimborsare la quota pagata trattenendo 95 euro per assicurazione, spese e tasse di iscrizione. La quota che ho pagato comprende l'assicurazione per assistenza medica, rimpatrio sanitario, danneggiamento al bagaglio e annullamento, ma non sono menzionate le tasse di iscrizione. Perché dovrei pagare un'assicurazione non utilizzata e tasse che non erano indicate?
Poco prima di imbarcarmi sul volo Praga-Firenze, con partenza prevista per le 11,10 e arrivo a Firenze alle 14,20, ho ricevuto un messaggio sul telefonino da parte della compagnia aerea, la quale mi informava, senza fornire alcuna spiegazione, che il mio volo era stato cancellato. Presentatomi al gate della compagnia, sono stato ricollocato su un volo (con scalo a Monaco di Baviera) che è atterrato a Firenze alle 21,51. Mi sono stati concessi, per il disagio, due voucher di 10 euro ciascuno da spendere in aeroporto. Il ritardo di 7 ore e 31 minuti rispetto all'arrivo previsto originariamente mi dà diritto a chiedere un ulteriore rimborso alla compagnia?
Mio padre ha soggiornato in una residenza sociosanitaria assistenziale per anziani (Rssa) dall'82 marzo 2023 a 10 settembre 2023, data del decesso. L’articolo 5 (Termini e modalità di pagamento della retta) del contratto di ingresso della Rssa prevede che «oltre al pagamento della retta, l’ospite prima dell’ingresso deve versare, a titolo di cauzione, una mensilità che verrà restituita alla fine dell’ospitalità, detratte eventuali spese o rette non pagate. Il pagamento della retta di degenza deve essere effettuato entro il primo giorno del mese di riferimento presso gli uffici della Rssa. Versata la retta, sempre entro il primo giorno del mese di riferimento, non verrà restituita alcuna somma per nessun motivo, anche se il mese non è stato usufruito per intero». A seguito della richiesta per iscritto della restituzione parziale della cauzione, avendo mio padre soggiornato solo due giorni nel mese di riferimento, la Rssa ha risposto che nulla è dovuto come prevede l’articolo 5 del contratto, in quanto non avendo pagato la retta del mese di settembre la cauzione viene trattenuta per intero. È giusto pagare i 28 giorni non fruiti? Ho saputo che molte rssa restituiscono le somme per i giorni non fruiti in caso di decesso.
Ho installato un impianto fotovoltaico utilizzando il superbonus del 110 per cento. La ditta installatrice ha emesso fattura il 31 maggio 2023. La richiesta di allaccio alla rete elettrica risulta inoltrata all’Enel solo a fine settembre, sennonché in luglio una grandinata ha danneggiato alcuni pannelli. In questa situazione, l’onere della riparazione/sostituzione dei pannelli a chi compete? La ditta fornitrice sostiene che con la fattura l’impianto è stato consegnato e, quindi, le spese sarebbero a mio carico. Io invece sostengo il contrario, perché l’impianto, nel momento in cui ha subìto il danneggiamento, non poteva ritenersi consegnato, non essendo funzionante e risultando di fatto incompleto, visto che la ditta non aveva ancora adempiuto alla richiesta di allaccio alle rete pubblica.
Mi sono iscritta, a gennaio 2023, a un corso che sarebbe dovuto partire il mese successivo. Alla data indicata sul calendario pubblicato nel sito dell'associazione mi sono presentata per partecipare al corso, ma mi è stato detto che il corso non sarebbe partito in quanto non era stato raggiunto il numero minimo di partecipanti. Quindi, sostanzialmente, secondo gli organizzatori, potevo scegliere se partecipare a un altro corso o utilizzare il valore versato quale voucher per corsi in atto l'anno successivo. Ho deciso per la seconda opzione e, a luglio 2023, ho chiesto di utilizzare il voucher, ma mi è stato risposto che non era più possibile, perché l'anno scolastico era chiuso. In conclusione, ho perso 80 euro. Vorrei sapere se il comportamento dell'associazione è lecito, considerando che ho pagato per un corso che non si è più tenuto e che l'utente non viene informato - né per iscritto né verbalmente, all'atto del pagamento della quota - del rischio che corre. Posso tutelarmi in qualche modo?
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