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3664 quesiti trovati
Previdenza e pensioni
Ho iniziato il corso di laurea a settembre 1984 e, da dicembre 1985 a dicembre 1986, ho svolto il servizio militare di leva obbligatoria. Sull'estratto conto Inps è presente quell'anno del servizio militare (con retribuzione ai fini pensionistici = 0). Nel 1992 ho terminato il corso di laurea e iniziato la carriera lavorativa. Adesso sto valutando l'ipotesi del riscatto del corso di laurea di cinque anni (laurea in ingegneria, vecchio ordinamento), in particolare per avere i requisiti ai fini della pensione anticipata. Vorrei sapere se il corso legale dei cinque anni di laurea (iniziato a settembre 1984) è interamente riscattabile o se la “sovrapposizione” del contributo figurativo del servizio militare di leva comporta il riscatto di soli quattro anni.
Una dipendente comunale, assunta nel 1985, ha fruito di un periodo di aspettativa di 100 giorni, per motivi familiari, da gennaio ad aprile 1991. Tale aspettativa è stata chiesta e concessa per seguire il coniuge militare, durante un corso svolto in Sardegna. È possibile coprire volontariamente la contribuzione mancante di questi giorni ai fini pensionistici?
Isee e sussidi
Ai fini del calcolo dell'Isee 2025, i titoli di Stato, i buoni fruttiferi postali e i libretti di risparmio postale, da escludere dal calcolo per importi fino a 50mila euro, sono quelli posseduti al 31 dicembre 2023?
Rapporto di lavoro privato
Mia sorella è disabile in situazione di gravità, ex articolo 33, comma 3, della legge 104/1992. In qualità di caregiver della mia congiunta, io (che lavoro a tempo pieno con un orario di 40 ore settimanali, distribuite su cinque giorni lavorativi) ho diritto a 24 ore mensili di permesso per assisterla. L’azienda per cui lavoro non mi permette la fruizione “mista” dei permessi ex legge 104/1992 e mi comunica che le opzioni possibili sono la fruizione a giorni (tre giorni o sei mezze giornate) oppure la fruizione a ore (due ore al giorno fino alle 24 ore totali). È corretto quanto sostenuto dall’azienda?
Da agosto 2025 sarò pensionata con “quota 103”. Vorrei sapere se, successivamente al collocamento in pensione, potrò accettare la nomina nel collegio del revisori dei conti di un ente locale. L'incarico, su nomina prefettizia, prevede un compenso che si attesta sotto la soglia dei cinquemila euro annui. Si tratterebbe di una fattispecie di lavoro autonomo occasionale, dato che sarebbe prevista una scadenza già al momento dell'accettazione dell'incarico?
Sono un ufficiale della Guardia di finanza in pensione dal maggio 2023 dopo oltre 43 anni di contribuzione. Ho un’età di 63 anni. Quale forma di collaborazione potrei instaurare con una Srl? Un contratto di collaborazione coordinata e continuativa oppure una prestazione di lavoro autonomo occasionale? Quali conseguenze pregiudizievoli si possono verificare, e quali vantaggi, nell’una e nell’altra soluzione?
Una mia familiare è andata in pensione con il calcolo “misto”. Il periodo di contribuzione, che va dal 31 dicembre 1992 al 1° aprile 2025, è composto da ricongiunzione (otto mesi e 12 giorni, come da decreto Inps) e contributi da lavoro dipendente (nove anni, tre mesi e otto giorni) per un totale di nove anni, 11 mesi e 20 giorni, con arrotondamento (a mio parere) a 10 anni ai fini dell'applicazione dell'aliquota di rendimento. Dal provvedimento di prima liquidazione della pensione (modello TE08) risulta, invece, applicata l'aliquota per 9 anni e 11 mesi, in quanto i due periodi - ricongiunzione e lavoro dipendente - sono arrotondati in modo autonomo, e precisamente otto mesi per la ricongiunzione e nove anni e tre mesi per il lavoro dipendente. Tuttavia, nella legge 274/1991, all'articolo 3, si parla di arrotondamento del servizio complessivo (in questo caso, al 31 dicembre 1992), e non per singoli periodi. Chiedo, pertanto, un parere all'esperto.
Sono stato licenziato per cessazione dell'attività e ho chiesto la Naspi (nuova assicurazione sociale per l’impiego). Volendo costituire una società in nome collettivo con il mio ex datore di lavoro, per svolgere la stessa attività che prestavo come dipendente (parrucchiere), posso chiedere la Naspi anticipata, impegnandomi a conferire nella Snc non solo capitale, ma anche lavoro, con il versamento dei contributi alla gestione Inps artigiani?
Lavoro autonomo e partite Iva
Si chiede se, a norma dell’articolo 7 dell’accordo in materia di sicurezza sociale tra Italia e Usa e dell’articolo 3 del protocollo amministrativo, un cittadino italiano residente negli Usa - ma non possessore della cittadinanza statunitense -, iscritto in Italia alla gestione Inps commercianti in qualità di socio di società di persone svolgente attività commerciale, possa chiedere la cancellazione da tale gestione, in presenza del contemporaneo svolgimento di un’attività lavorativa con assicurazione sociale negli Usa. La casistica del contribuente sembrerebbe rientrare nelle ipotesi di cui al citato articolo 7, comma 4, lettere a) e b), in base alle quali «qualora periodi di lavoro siano soggetti alla legislazione di ambedue gli Stati, si applicano le seguenti disposizioni: a. il cittadino di uno degli Stati il quale, per lo stesso periodo di lavoro, sarebbe soggetto alla legislazione di ambedue gli Stati, resta soggetto per tale periodo alla legislazione dello Stato di cui è cittadino ed è esente dalla legislazione dello Stato di cui non è cittadino; b. il cittadino italiano o colui che possiede la cittadinanza di ambedue gli Stati, il quale, per lo stesso periodo di lavoro, sarebbe soggetto alla legislazione di ambedue gli Stati, opterà per tale periodo per la legislazione di uno degli Stati ed è esente dalla legislazione dell'altro Stato». L’ipotesi b ammetterebbe, previa opzione, l’applicazione della legislazione di uno degli Stati e quindi, in teoria, optando per la sola legislazione statunitense, dovrebbe essere ammissibile la richiesta di cancellazione dalla gestione commercianti Inps. È corretta questa interpretazione? In caso di risposta positiva, quale sarebbe la procedura da seguire per la richiesta/comunicazione dell’esercizio dell’opzione per la sola legislazione di uno Stato, e quale documentazione andrebbe prodotta?
Sono un dipendente pubblico ministeriale, assunto nel gennaio 1989. Ho riscattato ai fini pensionistici cinque anni di università e 14 mesi di servizio militare obbligatorio. Desidererei sapere se i suddetti periodi andranno nel computo della pensione nella parte retributiva (collocandosi prima del 1996) o in quella contributiva.
Vorrei sapere come fare a chiedere alla Cassa dei ragionieri la restituzione dei contributi previdenziali versati, in maniera discontinua e incompleta, dal 1983 al 2024. Il caso specifico riguarda un settantenne che non è titolare di alcun trattamento pensionistico a carico della Cassa e che quest'anno ha cancellato la posizione previdenziale.
Sono un dipendente privato, con un’età anagrafica di 63 anni. A luglio 2025 raggiungerò il requisito contributivo di 41 anni, accantonati esclusivamente nella gestione Inps (con 79 settimane per riscatto del servizio militare), e potrò avere accesso alla pensione flessibile anticipata (quota 103) ex articolo 1, comma 174, della legge 207/2024, di Bilancio per il 2025, che, oltre al ricalcolo contributivo dell’importo lordo della pensione, prevede una finestra di attesa di sette mesi. Chiedo all’esperto quando posso presentare la domanda di pensione all’Inps (dopo essermi dimesso dal lavoro). Inoltre vorrei sapere se, durante la finestra di attesa, posso svolgere attività lavorativa autonoma o di collaborazione coordinata e continuativa per la stessa azienda, in modo da coprire i sette mesi privi di retribuzione, non potendo contare sul Tfr, perché utilizzato durante l’attività lavorativa.
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