Contributi Arera per rinnovare le colonne montanti dei contatori

Abito in un condominio costituito da villette a schiera e per ottenere il certificato di prevenzione incendi (Cpi) dobbiamo spostare tutti i contatori elettrici all'esterno delle unità immobiliari. 
Ho letto che c'è un contributo disposto dall'Autorità di regolazione per energia reti e ambiente-Arera (delibera 467/2019/R/eel) fino al 2023 per interventi di questo tipo, comprendenti anche il rifacimento dei cavi di rete, che nel nostro condominio sono vecchi di oltre 40 anni. 
Vorrei qualche indicazione sull'ammontare del contributo e le condizioni per fruirne.

Immobili

Ho predisposto una Scia (segnalazione certificata inizio attività) per «opere a completamento di intervento oggetto di titoli abilitativi scaduti e realizzabili ai sensi dell'articolo 22 Dpr 380/2001 (articolo 15, comma 3)». Si tratta del completamento di un edificio "unifamiliare" realizzato negli anni 2000, in zona agricola. Al momento, l'immobile è costituito solo dal telaio in cemento armato e, tramite la Scia, intendo rendere abitabile tale struttura, con tutte le attività necessarie. Il Comune sospende la pratica chiedendo di fornire il computo metrico estimativo dei lavori in oggetto, comprensivi delle opere edili e delle modifiche impiantistiche, al fine della determinazione del costo di costruzione da corrispondere, il tutto secondo quanto disposto dall'articolo 16, comma 10, del Dpr 380/2001. È legittima questa richiesta?

Le opere di completamento e il ricalcolo degli oneri

In un Comune è stata presentata una domanda di condono a norma della legge 326/2003, per lavori di realizzazione di un piazzale per deposito a cielo aperto di materiale da costruzione in zona E (agricola) del Prg (piano regolatore generale). I lavori hanno riguardato un'area di circa 20mila metri quadrati, interamente recintata, e sono consistiti nello scavo di sbancamento del terreno agricolo, per circa 50 centimetri di profondità, e nella realizzazione del piazzale mediante battitura, spianamento di terreno, riporto di materiali inerti (pietrisco) e rullaggio. Ho un dubbio in merito alla tipologia di abuso applicabile. La tipologia 1 - «Opere realizzate in assenza o in difformità del titolo abilitativo edilizio e non conformi alle norme urbanistiche e alle prescrizioni degli strumenti urbanistici» - sembrerebbe quella più corretta, essendoci stata una vera e propria modifica e trasformazione del preesistente terreno agricolo. Applicando tale tipologia, tuttavia, risulta un importo davvero considerevole, pari a 150 euro al metro quadrato (per un totale di tre milioni di euro). Chiedo pertanto il parere dell'esperto.

L'oblazione per il piazzale abusivo in zona agricola

Dovendo costruire una cancellata per delimitare il passo carraio di un edificio (al momento delimitato soltanto da recinzione, ma con accesso aperto), a quale sanzione andrei incontro nel caso non rispettassi la distanza minima di cinque metri dalla strada?

È da demolire la cancellata che non rispetta le distanze

Sono un imprenditore agricolo iscritto alla Camera di commercio, con partita Iva, e pago contributi all'Inps per manodopera terza. Non sono Iap (imprenditore agricolo professionale), in quanto il reddito annuale è inferiore a cinquemila euro. Il Comune ha rigettata la richiesta della concessione edilizia a titolo gratuito per la costruzione di un'abitazione a uso agricolo, in quanto, come detto, non ho la qualifica di Iap. Ci sono le condizioni per ricorrere al Tar?

Concessioni edilizie «rurali» solo all'imprenditore Iap

Ho acquistato in Liguria una casa indipendente parzialmente ristrutturata e ampliata utilizzando l'indice di edificabilità del terreno circostante (titolo edilizio successivo al 2009). Dopo l'acquisto sono stati ultimati i lavori di ampliamento e ristrutturazione. Recentemente ho presentato una richiesta di ampliamento utilizzando il "piano Casa" e impiegando la cubatura del 2009. Questa richiesta è stata respinta dal comune ligure in base all'articolo 8, comma 1, della legge regionale 49/2009, che prevede che gli ampliamenti di cui agli articoli 3 e 4, della stessa legge, sono realizzabili previo permesso di costruire e non sono cumulabili con gli ampliamenti consentiti dagli strumenti urbanistici comunali. L'ipotesi dei tecnici è che l'interpretazione sia eccessivamente restrittiva: le due tipologie di ampliamento non sono cumulabili, ma nello stesso titolo edilizio. Tale ipotesi trova riscontro in un quesito del 19 luglio 2021 sulla vostra rubrica "L'esperto risponde" dall’avv. Massimo Sanguini il 13 settembre 2021. L'interpretazione dei tecnici è corretta ed è sostenuta da qualche sentenza? Cosa potrebbe succedere nel caso non esistano evidenze giuridiche ed io possa produrre solo un'osservazione?

Escluso il doppio ampliamento nel Piano Casa Regione Liguria

Un immobile risulta parzialmente abusivo a causa di lavori concessi nel 1995 ma eseguiti solo in parte e senza aver poi presentato la “comunicazione di fine lavori” né effettuato il riaccatastamento. Al fine di ottenere la conformità urbanistica-edilizia (necessaria per accedere al bonus ristrutturazioni) è sufficiente presentare ora una tardiva comunicazione di fine lavori, per il cui ritardo non risultano nemmeno previste sanzioni, oppure è obbligatorio chiedere il “permesso di costruire in sanatoria” e quindi pagare la prevista sanzione di mille euro? Le spese per il professionista sono comprese tra quelle detraibili nel citato bonus?

La comunicazione tardiva di fine lavori e l'abuso edilizio

Per concedermi l'agibilità di un fabbricato residenziale, il Comune chiede l'installazione di un impianto fotovoltaico in base alla legge 10/1991. Poiché ho in essere un contratto con un'azienda elettrica che mi fornisce elettricità proveniente da fonti rinnovabili al 100 per cento, sulla base di tale fornitura, e dell'installazione di condizionatori con inverter per raffrescamento e/o riscaldamento, sarebbe possibile evitare di installare l'impianto fotovoltaico?

L'utilizzo di energia «green» come condizione per l'agibilità

Ho inviato al Comune una Scia (segnalazione certificata di inizio attività) per la sanatoria di un fabbricato residenziale. Qualora il Comune non rispondesse, dopo quanto tempo si può ritenere accettata la domanda e, quindi, si può ritenere sanato dai vizi l’immobile oggetto della domanda?

Scia in sanatoria, il silenzio può costituire inadempimento

Abito in una villetta bifamiliare edificata nel 1989 con i metodi di costruzione previsti per le zone antisismiche, e vorrei installare i pannelli fotovoltaici per la mia abitazione, disponendo di metà della parte di tetto posta a Mezzogiorno. Poiché la zona dove abito è sottoposta a vincolo paesaggistico, il Comune, da me interpellato, sostiene che dev'essere chiesta l'autorizzazione in base all'articolo 136, comma 1, lettera c, del Dlgs 42/2004, nonostante quanto previsto nel Dl 17/2022. La richiesta del Comune è corretta?