Intra 1-ter dell'incorporante su beni resi all'incorporata

In data 30 settembre la società X è stata incorporata nella società Y. Nel mese di ottobre la società incorporante ha ricevuto dei beni resi da clienti comunitari, riferiti a fatture emesse dalla società incorporata. A fronte dei beni resi, l'incorporante ha emesso nota di credito.  Si chiede conferma del fatto che il modello Intra 1-ter, riferito alle note di credito emesse per i beni resi, dev'essere presentato dalla società incorporante.

Fisco

Un'azienda ha ricevuto a dicembre 2022 l'incasso integrale di una fornitura che verrà spedita solo a gennaio 2023. A fronte di tale incasso il fornitore ha emesso la relativa fattura ai sensi dell'articolo 8, comma 1, lettera c, del Dpr 633/1972, poiché il cliente aveva inviato la relativa dichiarazione di intento. Si chiede come comportarsi con la relativa fattura di saldo di gennaio 2023 qualora il cliente non presenti una nuova dichiarazione di intento per l'anno 2023. Nello specifico, si chiede se la fattura potrà essere a zero oppure se il fornitore dovrà addebitare l'Iva relativa ai prodotti consegnati a gennaio 2023 stornando la fattura di acconto emessa a dicembre ai sensi dell'articolo 8, comma 1, lettera c (in tal caso il cliente dovrà pagare al fornitore solamente l'importo dell'Iva esposta in fattura).

Dichiarazione di intento con fattura di acconto e saldo

Vorrei sapere se, rispettando il principio di progressività numerica, è possibile iniziare la numerazione annuale delle fatture da una numerazione diversa dallo 001: per esempio, invece di marcare la prima fattura dell'anno come F00001, marcarla come F00101 per poi proseguire con le successive F00102, F00103, F00104 eccetera.

La numerazione delle fatture deve garantire l'identificazione univoca

Se un commerciante omette, nello stesso momento, la memorizzazione elettronica del documento commerciale a due clienti, in caso di controllo la sanzione viene comminata per ogni omissione?

I due corrispettivi non memorizzati comportano una sanzione doppia

Svolgo l'attività, in via prevalente, di "comunicatore"; non sono iscritto alla Camera di commercio, ma ho la partita Iva con codice Ateco 70.21.00 (Pubbliche relazioni e comunicazione). Dato che mi dedico anche alla coltivazione di lavanda su un terreno di proprietà, il commercialista ha aggiunto nella partita Iva, come attività secondaria, il codice Ateco 01.28 (Coltivazione di spezie, piante aromatiche e farmaceutiche). Conviene separare le attività e aprire un'apposita partita Iva per l'attività agricola secondaria?

Attività e contabilità distinte con una sola partita Iva

Un'Azienda sanitaria locale (Asl) organizza un corso di formazione cui prendono parte, in veste di discenti, partecipanti esterni. La quota di iscrizione, per questi ultimi, verrà pagata da una ditta privata. L'Azienda sanitaria locale emetterà una fattura alla ditta. Poiché si tratta di attività formativa, la quota di iscrizione al corso può rientrare in regime di esenzione Iva ex articolo 10, prima comma, numero 20), del Dpr 633/1972?

È soggetto a Iva il corso di formazione dell'Asl

Vorrei sapere come devo comportarmi nel caso in cui una fattura ricevuta venga successivamente annullata con una nota di credito. Devo registrare entrambe nel registro degli acquisti, una con il segno positivo e l'altra con il negativo? Ho ricevuto una fattura per prestazioni di servizi che non intendo pagare; il fornitore non vuole emettere nota di credito. Devo ugualmente registrarla tra gli acquisti?

Come gestire le fatture annullate o contestate

Un'impresa artigiana che svolge attività di manutenzione impianti idraulici domestici, fattura a titolari di partita Iva, col sistema del reverse per lavori di manutenzione impianti. Si chiede quale aliquota Iva si debba applicare (del 22 o del 10 per cento) nel caso di lavori fatti a privati, sia per immobili adibiti a residenza principale del titolare sia per altri tipi di immobili.

L'Iva corretta per la manutenzione degli impianti idraulici domestici

Una società italiana acquista beni da un'impresa che si trova negli Stati Uniti. I beni giungono in Olanda dove, tramite la nomina di un rappresentante fiscale, spedizioniere olandese della ditta italiana, vengono immessi in libera pratica con assolvimento del dazio ma beneficiando del "Regime doganale 42" con liquidazione dell'Iva in Italia. Se lo spedizioniere non emette la fattura ai fini Intrastat, la società italiana deve emettere autofattura integrata di Iva ex articolo 46, comma 5, Dl 33/1193 anche se l'Iva viene liquidata e addebitata dalla dogana in Italia?

L'autofattura per la merce Usa sdoganata in Olanda

Si chiede di confermare che i soggetti aderenti al regime forfettario, ex articolo 1, commi da 54 a 89, della legge 190/2014 (legge di Stabilità 2015), che svolgono attività di intermediario assicurativo, non sono soggetti all'obbligo di emissione della fattura elettronica, in base a quanto previsto dalla risoluzione dell'agenzia delle Entrate 108/E/2009 e dalla circolare 9/E/2019, qualora il committente non richieda l'emissione del documento. Nello specifico, si tratta di provvigioni che in regime Iva rientrerebbero tra le prestazioni esenti ex articolo 10 del Dpr 633/1972 e, pertanto, sarebbero escluse dall'obbligo di emissione della fattura a norma dell'articolo 22 del Dpr 633/1972, se non richiesta entro il momento di effettuazione della prestazione. Si chiede, inoltre, di confermare l'obbligo di tenuta del registro dei corrispettivi per annotare le prestazioni di cui sopra, a norma dell'articolo 2 del Dpr 696/1996.